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Aggiornato: 9 giugno 2025


Garibaldi non si mosse. Per un istante, peraltro, vagheggiò il pensiero di valicare l'Apennino. Si ritrae da un telegramma del La Cecilia al Montanelli, fatto lo stesso di 30, che dice: «Garibaldi parte domani per Lombardia. Occorrono domani vesti e armi per il primo corpo di volontari che parte per Lombardia». Il Notary, alla sua volta, ne avvisava il Guerrazzi: «Garibaldi vuol partire col primo treno per la via di Parma. Istruzioni subito. In Genova sono a sua disposizione denari e uomini, che lo raggiungeranno per terra». Silenzio assoluto da parte del Montanelli e del Guerrazzi per tutta la giornata: in quella seguente, non al La Cecilia, ma all'Isolani, il Montanelli telegrafava: «Farai sapere che domani» (primo di novembre) «nel Consiglio ci occuperemo dei provvedimenti richiesti per cooperare alla guerra d'indipendenza. Dio voglia che le notizie della Lombardia siano vere». L'Isolani, non sapendo come uscirne, ricorse al Guerrazzi. «Gli uomini di Garibaldi», son sue parole, «chiedono di essere armati ed equipaggiati a spese dello Stato, per marciare in Lombardia. Qual'è la volont

Ma, quanto all'incapacitá d'indipendenza noi ne svolgemmo via via giá la causa evidentissima; quella preoccupazione dell'imperio romano che fu in tutti i comuni, in tutte le parti, nella stessa guelfa o nazionale.

»Anche la vita morale è qui in onore, e tra noi si trova sempre qualche avanzo dalle scuole cittadine, che insegna a leggere e scrivere a chi non sa, e nelle nostre serate campestri qualche vecchio, sperimentato da lunghi anni alla nostra guerra d'indipendenza, racconta alcune volte novelle e favole, ma sempre argomenti che possano adornare la vita intellettuale di chi le ascolta.

La medesima sera nasce una baruffa tra' cittadini e soldati stranieri; si combatte, s'appicca il fuoco, e Pavia ne rimane incendiata. Esce Arrigo di essa e d'Italia, in gran fretta. Cosí va il mondo; quella che avrebbe potuto essere magnifica occasione d'indipendenza nazionale, non fu che di libertá cittadine; se ne contenti chi voglia. Chiaro è, un ardor di libertá scoppiava dall'Alpi a Cariddi.

E cosí Roma arrestò per sempre l'invasione straniera, a' limiti di quella che allora si chiamava Italia; cosí ella si pose a capo della guerra d'indipendenza; cosí ella salí a potenza, dapprima su quell'Italia, poscia a poco a poco su tutta la penisola; e contemporaneamente su quasi tutt'Europa, e molta Asia e molta Africa, tutto il gran cerchio del Mediterraneo.

Vidi, a Madrid, la famosa cerimonia funebre che si celebra ogni anno, il 2 di maggio, in onore degli Spagnuoli che morirono combattendo, o furon passati per l'armi dai soldati francesi, sessantacinque anni or sono, in quella tremenda giornata che empì d'orrore l'Europa e fece scoppiare la guerra d'indipendenza.

Perciocché l'ira degli dèi, dice Dionisio, l'ira del servaggio diremo noi, sollevò tutti i nostri popoli primari contra a questi secondari; l'unitá del servaggio li riuní in una impresa d'indipendenza, simile all'ellenica, prima dell'italiche. E forse fin d'allora crebbe il santo nome d'Italia, estendendosi dalla gente prima, o piú ardita nell'impresa, alle seguaci.

E appunto la tradizione della guerra d'indipendenza costituisce nel popolo spagnuolo una forza intima immensa. Chi non sia vissuto o poco o molto in Spagna non può credere che una guerra, per quanto fortunata e gloriosa, possa lasciare in un popolo una così profonda fede nel valor nazionale. Baylen, Victoria, San Marcial sono tradizioni per la Spagna assai più efficaci che non siano per la Francia Marengo, Jena, Austerlitz. La stessa gloria guerriera degli eserciti di Napoleone, veduta a traverso la guerra d'indipendenza che vi stese su il primo velo, appare agli occhi della Spagna assai meno splendida che a ogni altro popolo d'Europa. L'idea di una invasione straniera desta negli Spagnuoli un sorriso di sdegnoso disprezzo; non credono alla possibilit

Per quattro secoli questa crebbe in Italia sola, in mezzo all'Europa tutta oscura; la stessa coltura greca non ebbe tanti secoli di tale splendore esclusivo. Come ciò? Come quest'apparente contraddizione di una libertá cosí incapace d'indipendenza, cosí capace di coltura?

Noi vedemmo giá un'antichissima guerra d'indipendenza combattersi dagli itali ed etruschi per due generazioni contra i pelasgi, e finir con buttar questi al mare; e vedemmo una seconda guerra d'indipendenza intraprendersi da' romani a capo dei popoli italici contro a' galli, e durare da trecentosessanta anni poi, e finir colla soggezione de' galli cisalpini e transalpini.

Parola Del Giorno

branchetti

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