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Aggiornato: 2 maggio 2025
Imagina una testa disse a Enrico che avrebbe fatto delirare Tiepolo, Giorgione e Tiziano insieme; una testa coi capelli color del pomo d'oro pallido, quando è proprio d'oro, quel colore insomma che la scuola veneta prediligeva; capelli che quando glieli scioglievi, andavano giù fino a terra e la celavano tutta intorno intorno, tanto ne era il profluvio. Imagina tutto ciò che v'ha di più bianco e di splendido nei toni della carnagione, che, come puoi pensare dal color dei capelli, è pari a neve, rosata insieme e calda, con dei riflessi d'oro per la lanugine fulva che la ricopre. Imagina delle linee e delle curve sode e belle come non le hanno mai imaginate neppure gli scultori greci, che si crede abbiano dato il non plus ultra della formosit
Ci siamo forse misurati quest'autunno? Quest'autunno no, ma l'autunno passato. Qui sta il busillis.... In un anno io son cresciuto e tu no... almeno in altezza. Quest'allusione alle curve nascenti di sua cugina parve a Ferruccio un'audacia immensa, ond'egli arrossi e chinò gli occhi a terra.
La carta infine del Paganini è una riproduzione fedele del vero, è accuratissima in ogni minimo particolare non solo di roccia, ma anche di ghiacciaio, e le coscienziose curve di livello e le numerose quote la rendono si può dire opera perfetta; l'unica cosa che rincresce si è che questa carta non sia ultimata e maggiormente estesa.
Ella s'agitava per liberarsi; la veste le si aprì di più sul petto, e gli occhî di Emilio caddero sulle seducenti curve del seno; egli strinse viepiù quelle braccia, tanto da lasciare su quella morbida pelle il livido dell'ammaccatura, le abbassò di viva forza, si curvò su quel giovane femmineo corpo fremente, e stampò un bacio che pareva un morso sul candore di quella spalla.
Gino, a questa lezione, perchè, anche detta ridendo, mentre ella, con una mano, si accomodava i capelli dietro la nuca, mostrando così tutto il braccio nudo e facendo risaltare le curve squisite del busto, era sempre però una lezione, Gino si trovava maluccio....
Le figlie di Sion seggono ora sopra tutti que' cenci; cuciono, rammendano tutto quanto si può ancora rammendare. Sono somme nell'arte del cucire, del ricamare, del rappezzare, del rammendare; non c'è alcuno strappo, in una drapperia, in una stoffa, per quanto grande esso sia, che queste Aracni non riescano a fare scomparire, senza che più ne rimanga traccia. Tutto questo commercio si pratica per lo più nella strada inferiore, vicina al Tevere, denominata Fiumara, ed in quelle laterali, di cui una porta il nome delle Azzimelle, dal pane senza lievito. Ho spesso guardato con stringimento di cuore quelle povere creature pallide, deboli, curve sui loro aghi, perpetuamente in moto, uomini, donne, fanciulli e ragazzi. La miseria traspare da quelle capigliature incolte, da quei visi di color bruno gialliccio, che non ricordano in alcun modo la bellezza di Rachele, di Miriam o di Lia. Solo di quando in quando ti sorprende il lampo dello sguardo di un occhio nerissimo e profondo che si solleva dall'ago e dal cencio, quasi a dire: «Ogni ornamento è scomparso dalle figliuole di Sion. Quella che era principessa fra i pagani, che portò la corona nella sua patria, è ora condannata a servire e piange tutta la notte per modo che le lagrime le rigano le gote; non v'è chi si muova a piet
Mescola i tuoi nervi alle fibre vegetali. Incita i tuoi muscoli a gareggiare con la potenza di questi tronchi colossali. Liberati dalla tua coscienza umana. Vegetalizza la tua carne. Imita appassionatamente le curve dei fogliami. Diventa foresta tu stesso, col tuo deserto intorno a te... Ritto, chiamando a raccolta le anime della Foresta. Anime vegetali! Venite! Venite!
Al primo entrare si rimane sbalorditi, ci si sente smarriti come in un abisso; e per qualche momento non si fa che descrivere collo sguardo immense curve per quell'immenso spazio, quasi per accertarsi che la vista non c'inganna e la fantasia non c'illude.
Il conte Gino seguiva con gli occhi tutte le curve graziose di quello specchio azzurro, mentre la cavalcata scendeva la costiera, in mezzo alle aste rossiccie di una macchia di abeti.
Ora, ora soltanto conosco e misuro quanto te ne voglio. Appressatosi a lei, spinto addosso a lei dagli sbattimenti del treno serpeggiante precipitosamente per vie curve, si sentì tutto aderire al suo fianco soave. La cinse con le braccia, le ricercò con la bocca la bocca. Ella si ritrasse, sciolse il nodo delle mani intrecciatesi alla sua vita: No, lasciami.
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