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Aggiornato: 27 giugno 2025
Spazio, io ti costringo, volando, a mettermi intorno al collo, incessantemente, senza riposo, ad ogni istante un sempre nuovo orizzonte!... Carezze sempre diverse e sempre più cupe!... Non è la Via Lattea, che m'abbellisce, in questo momento, una fulgida collana di perle che potrebbe inebbriare il collo della mia amica? Suvvia! Fa presto! In quale orizzonte stai dunque per rinchiudermi!...
So che l'ora è una goccia, che dal vertice scende al fiume per vie ridenti o cupe; or rugiada d'un fior, or scarsa lagrima ai dolori che spetrano la rupe. So che il Tempo tra i doni è il sol che esiguo Iddio comparte a' suoi figliuoli eguale; ma quel che il perde al bell'ordito ingiuria della sua tela povera e mortale.
Le erbe alte, la fioritura gialla, aurata, le macchie cupe, nereggianti dei gelsi, l'azzurro carico del cielo, l'orizzonte vasto, piano, uguale, infinito, e l'accension della luce in quella giornata limpida, sotto il sole scottante, davano alla pianura lombarda, così monotona e triste, i colori intensi, le tinte fantastiche, strane, evanescenti dei paesaggi orientali.
Reduce a' lidi miei, dopo che giacqui Sepolto vivo per sì cupe notti, Agli affetti più teneri compiacqui Che la sventura non avea interrotti; Nè agli estinti carissimi pur tacqui Culto di preci e di sospir dirotti; Indi a rivisitar presi le antiche Pagine ch'ebbi a dolce veglia amiche.
Che fosse successo qualche diavoleria? riprese il vecchio dopo un po' di silenzio. Umh.... non lo credo. Mastro Vanni borbottò qualche cosa che l'altro non intese. Il sole declinava, declinava; il rosso delle nuvole a grado a grado cambiavasi in cenericcio, le onde quasi d'inchiostro luccicavano cupe alla morente luce del giorno. Sta picciuttazza ch'è nfanfara, Ch'è nfanfara, ch'è nfanfara....
Egli, senza domandarlo al alcuno, aveva indovinato quale era la finestra della camera d'Adele, perchè sempre, tutta notte, vi vedeva il lume acceso; e quella finestra rischiarata, che nella lontananza buia e fra le ombre cupe della valle pareva a volte una piccola stella, era proprio la stella avvivatrice della sua speranza.
Immersa nelle cupe meditazioni, passò senza avvedersene dalle stazioni di Mestre, Mogliano, Preganziol, ma quando il treno correva in fianco ai laghetti formati dalle curve del Sile, fra le canne palustri, e vide apparire la chiesa di San Nicolò di Treviso, come uno spettro severo e grandioso davanti le casupole che lo circondano, sentì una stretta al cuore che le annunziava l’arrivo.
Cupe larve di donna a me davanti Passan ne la penombra. Son larve di fanciulle in voti e in pianti Consumate nell’ombra: Ed eran belle, e avean del Sol l’ardore Ne l’auree trecce folte; E non ebbero baci, e senz’amore Fûr ne l’oblìo sepolte.
Finalmente un raggio di sole squarciava le cupe nubi di quei giorni; Folco le aveva offerto l'anello di rubino col motto. Tale una gioia rabbiosa s'era scatenata nell'animo della fanciulla, che, rimasta sola, aveva addentato l'anello, come si addenta una preda da troppo tempo covata con gli occhi.
La mattina stessa in cui abbiamo veduto tanto in angosce Rosina ed Alfredo, in dolori Esmeralda, in trame più cupe il Caprone, cioè il cospiratore Giovanni, molto sul tardi fu sentito dare un buffetto all'uscio dell'appartamento segreto di madama Guglielmi: e sembra che quel modo di picchiare fosse conosciuto dalla signora, la quale fece un atto d'impazienza nel sentirlo; poichè quella visita non era aspettata e nemmeno gradita, distraendo la signora da una interessante lettura.
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