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Aggiornato: 5 giugno 2025
De Nittis, seduto a' piedi della culla, guardava ora Bice ed ora il bambino, quasi ugualmente agonizzanti, senza che la sua anima, immobile dinanzi a quella dissoluzione pigra ed inesorabile di tutto ciò che aveva amato, potesse gettare un lamento. Il bambino non gli apparteneva gi
L'alcova dei letti era abbellita con una cornice di legno dipinta a colori vivaci; e qualche quadretto, qualche calendario vecchio la ornava ancora torno torno, risvegliando l'idea di voti appesi, dandole un aspetto di nicchia di altare. Fatta con cura, con attenzione particolare e gentile, era una piccola culla, dove dormiva un bimbo biondo biondo.
Volan' di notte, e i pargoletti figli Guastano in culla a le nutrici assenti, Gli ingordi petti empiendo e i crudi menti Del sangue nostro tinti, e i fieri artigli.
Nulla è più in te di ciò che era meraviglioso in te. Non hai nè colore, nè rilievo, nè profumo. Il vento non ti culla più, gli insetti non ti cercano, le farfalle ti hanno dimenticato. Appena appena al vederti si può credere che tu sia stato un fiore, e che tu sia stato bello nessuno lo crederebbe se io non lo affermassi.
E si pose a ravviarle i capelli sulla fronte, le coltri intorno al collo, e il guanciale, e il piumino, proprio come ad una bimbetta in culla, bevendo il raggio di quei cari occhi mesti, dove ondeggiava un pensiero inafferrabile.
Lo sguardo della moribonda andò a porsi sopra una culla che stava presso la finestra. La coscienza e l'intelligenza tornarono del tutto in quell'essere vicino ad estinguersi. Mio figlio! diss'ella con voce alquanto più forte. Voglio vederlo. Il bambino non è qui, disse la monaca. Dov'è? dov'è? Me l'hanno rapito?
Nel percorrere i luoghi che furon la prima culla della grandezza romana, si richiamano alla memoria i versi virgiliani su Troia e sull'Ellade. Si vive quasi in un'atmosfera ellenica, e ciò tanto più quanto più ci si avvicina a Cori.
d’amore, un’inquieta ansia di germi: ei che non ebbe canti su la culla sentir
Occhi materni, voi vedrete il mondo dietro un velo di lagrime, seguendo ansiosi il folleggiar d’un bimbo biondo. Ave. Mani materne, voi più non saprete che blandire e sanar le rosse piaghe di colui che a la terra offerto avete. Ave. Vita materna, non sarai più nulla fuor che l’Ombra vegliante ad ali aperte, con lunghe preci, a fianco d’una culla. Ave.
Dopo tante ore d'orgasmo violento, tutto il mio essere aveva bisogno di una distensione. Credo che un grande scoppio di pianto mi avrebbe giovato: ma il nodo era durissimo. Mi fai molta pena, Tullio, disse mia madre. Vuoi che lo baci? ruppi io, fuori di me. E m'accostai alla culla, mi chinai sul bambino, lo baciai.
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