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Alcuni affettano trattar di quell'imperio quasi comune culla, di quella civiltá quasi comune merito, de' romani quasi comuni padri a tutte le nazioni occidentali d'Europa.

La grande isola di Candia, [I[Creta]I] degli antichi, la quale, forse perché la maggiore delle isole greche, si favoleggiò culla e reggia di Giove, venne in mano a' Veneziani l'anno stesso della conquista di Costantinopoli, avendola essi per oro da Bonifacio marchese del Monferrato. Mandatevi colonie per abitarla e dissodarne gli abbandonati terreni, si mostrò in sulle prime intollerante di giogo, e costrinse con ribellioni frequenti la dominante a reprimervi gli spiriti, di soverchio esaltati, colla forza dell'armi. Più che un secolo e mezzo durò questa lotta incessante fra la Repubblica e que' sudditi turbolenti, finché assicurata la tranquillit

E corse verso la culla di vimini a ruote, dove la bambina armeggiava, con le manine, all'ombra della palma dai grandi rami quasi spioventi. La seggiola l

Enrico Cavacchioli sonnecchiava e sognava ad alta voce: Io sento ringiovanire il mio corpo ventenne!... Io ritorno, d'un passo sempre più infantile, verso la mia culla.... Presto, rientrerò nel ventre di mia madre!... Tutto, dunque, mi è lecito!... Voglio preziosi gingilli da rompere.... citt

Quando Margherita rientrò ansante per la corsa e si appressò alla culla, il bambino respirava a stento; le pupille gli erano un po' discese dalle palpebre, ma parevano anche più opache. Non parlarono. Margherita aveva scambiato un'occhiata con De Nittis, bianco nel volto come nei capelli, e colla barba non rasa da tre giorni, che gli faceva una fisonomia più ammalata.

Va via? Sta bene. I miei figli mi scacciano dal seno loro... mi bandiscono dalla mia casa andrò. Ma tu almeno, soggiunse Giacomo volgendosi al fantolino che Luisa aveva riposto nella culla, innocente creatura, che gli uomini non hanno ancora potuto avvelenare... tu che sentirai vergine il grido della natura, ricevi il mio amplesso, e tienlo come la unica eredit

Latina voce in tutte aure s'udìa: «Noi siam chiamati a spegner l'ignoranza Che dagli antichi tempi Le varie schiatte de' parlanti regge; Noi soli alzar possiam tal monarchìa Che abbracci il mondo e il forzi a fratellanza, Che per ogni contrada atterri gli empi, Che in loco di furor ponga la legge; Filosofia fanciulla Vagì sinor, noi la traggiam di culla».

"Sono salvo dunque. Chi può avermi veduto?" Pensai ancora a Giovanni di Scòrdio, guardando la finestra; ebbi ancora un'inquietudine. "Ma no, giù non c'era nessuno. Ho guardato due volte." Mi ravvicinai alla culla, raddrizzai il corpo del bambino, lo copersi con cura, m'assicurai che nulla era fuor di posto. Ora però avevo una ripugnanza invincibile ai contatti. Egli piangeva, piangeva.

Drollino incontrò un'altra volta la Duchessa, e fu contento di vederla, perchè aveva udito dire che la signora non stava tanto bene. Si buccinava anzi che ci fossero delle speranze..., certe speranze soavi, che si concretano nei preparativi d'una piccola culla....

Voi la svegliereste a bacioni.... dice Imilda col tono di una gran dama, regina di venti damigelle e cento paggetti, sporgendo il labbro inferiore, facendo un inchino alla culla di legno e porgendo al cavaliero, perchè lo baci, un lembo della sua gonna di pelli cucite: gioca fanciullescamente e amorosissamente deridendo il passato: ma poi, fissando Ugo che non l'asseconda, o l'asseconda come smemorato, poi con dispiacere e quasi offesa: A bacioni?