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La contessa Ginevra, seduta sopra una larga poltrona di vimini, si era tirata Bice vicino, il dottore venne a porsi dietro di loro. Sedete dunque anche voi, professore, si rivolse scherzosamente la contessa a De Nittis.

Sulla porta della sala, due passi dietro la donna dei fichi, s'era fermato anche lui in un atteggiamento tra il comico e il disgustato, il solitario del Pioppino, che teneva tra le mani un canestrello di vimini, coperto da un tovagliolo, una vera figura anche la sua di presepio meccanico.

¹ Comedunt panem iniquitatis, et vimini impietatis bibunt.

Verrai anche tu? Verrò, promise Bruno. E l'indomani mattina, nel cortile di via Meravigli, tre carrozze aspettavano; il paniere di vimini della contessa con due sauri poderosi, e due vetture scoperte con pariglie di bai.

Andremo a dormire... a sognare! mormorò la Baby stringendosi con un fremito nello scialletto e facendo un po' la ninna nanna colla poltrona di vimini. Andrea s'era messo a guardare quella finestra lontana, rischiarata, senza più dire una parola. Perchè guarda così fissamente la finestra della mia camera? gli domandò la Baby, dopo qualche momento di silenzio.

Manca il boy, con il suo giubbetto rosso ed il cestello di vimini per raccogliere le biglie; manca e non fa difetto, poichè, per fortuna, siamo rimasti soli, voi, Pompon ed io. Pompon, mi sono accorto, non ama i gentlemen che fanno la corte alla sua padrona; è un custode assai dignitoso del vostro malagevole onore.

L'eccezione, monsignore, diss'egli infine dopo un istante di riflessione, tiene a delle cause moltiplici, piccole cause forse, ma che, riunite in fascio, formano un ostacolo insormontabile, come i piccoli rami di vimini allacciati oppongono una diga all'innondamento del fiumi. Delle imagini! continuate.

Le due donne erano in giardino; la fanciulla sedeva sul parapetto, fissando l'acqua verdastra del lago e i piccoli e i grossi pesci che passavano aspettando qualche manciata di briciole; la vecchia, adagiata in una poltroncina di vimini, lavorava all'uncinetto. Gi

Ora non le resta altro che entrare in casa. Così disse allegramente la fattora, una sposina anche lei, ma che aveva preceduto Marta nel riempire una piccola culla di vimini, intorno alla quale si affaccendava con grandi ansie. Marta conosceva appena la fattora; per solito incontrava Alberto sull'aia, gli prendeva il braccio e non guardava altro.

Venuto l’inverno la famiglia raccolta passava le sere nel salotto, ciarlando, giuocando alle carte e leggendo, la bambina dormiva tranquillamente nella sua cunetta di vimini, perchè la madre voleva tenersela sotto gli occhi fino all’ora di andare a letto, e allora se la portava in braccio, nella stanza, e la metteva nel suo letticino senza svegliarla.