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Don Procolo credette nella sua malinconia di veder il presepio in lontananza. Bebi era il bambino, l'Erminia la Madonna, gli altri i Re Magi e Carlinetto San Giuseppe. E lui don Procolo, lui era l'asino, a cui è stato imposto di soffiare sui figli degli altri. Se il salotto di Carlinetto era caldo e rischiarato, non bisognava dimenticare che la neve cadeva sui tetti, sulle strade, sulle campagne, a seppellire i casolari dei poveri, che non sanno come ripararsi. Perchè non mandava, almeno lui prete, un pensiero d'amore ai bisognosi, ai mendicanti, ai malati, agli orfanelli pei quali non v'è pane panettone? perchè non usciva anche lui, sacerdote e padre dell'amore e della misericordia, a bussare a tutti gli usci dei poverelli e a portare un cesto di pane a chi non ha nemmeno la mostarda per accompagnarlo? Ma la gola tira l'egoismo e tutti e due insieme fanno l'asino del presepio cocciuto contro il bene. Una soave carit

In una povera stalla, nel rigore dell'inverno, nelle tenebre della mezzanotte, viene alla luce un piccolo fanciullo ebreo; la giovanetta madre lo avvolge in un pannolino e lo reclina nel presepio. Questo Bambino è il Verbo incarnato, e attorno a questa culla gravitano i destini dell'umanit

Venite voi, amici, che non ci abbandonate nei verni. E vi dirò. Era bello il mio bambino roseo: era santa la mia Madonna bionda: il presepio tranquillo, la mia casetta, la casetta del povero poeta.

È Natale! è Natale!... O Madonna, o mia Madonna bionda e della terra, non mi svegliare dal casto sogno, per amore della tua mamma! O bambino roseo, bambino della mia Madonna bionda e della terra, bambino del mio presepio, bambino della casetta del povero poeta, vieni e dammi questo bacio lungo, questo bacio santo, questo bacio di Natale!

Ma, vergogna a dirsi! i preti i primi, poi i vecchi gentiluomini, da ultimo i più giovani, cominciarono a parlar basso, tra loro, a buccinare freddure, a dar sulla voce ai più volenterosi fra i popolani: e quando sulle vette di Montecalvo, e nella gola di Melogno, apparvero i primi fuggiaschi Alemanni, i quali s'affannavano nella fuga, confusamente; allora quei preti, quei gentiluomini, si chiarirono donnicciolucce da rocca e da presepio.

Sulla porta della sala, due passi dietro la donna dei fichi, s'era fermato anche lui in un atteggiamento tra il comico e il disgustato, il solitario del Pioppino, che teneva tra le mani un canestrello di vimini, coperto da un tovagliolo, una vera figura anche la sua di presepio meccanico.

O affocato amore, o benivolenzia verso noi uomini ardentissima! Iddio fassi omo per te salvar, o uomo: offende , difende te; ancide , vivifica te! O mansuetissimo agnello! Vedi, vedilo , uomo, vedi lo tuo salvatore, vedi la via, la veritade, vedi come lagrimoso dal presepio ti mira e guata, vedi come gestisse d'abbracciarti in foggia di caro germano!

Immaginate un presepio fatto con casette di carta-pesta da un ragazzo di otto anni, una citt

E cantovi di questa nostra ria prigion che «vita» nominar non oso, le frode di essa, il volgo, la pazzia; e di quel Re, che 'n un presepio ascoso vidi fra le duo bestie a gran bisogna, ver' se stesso crudel, ver' noi pietoso, che svelse il mundo tutto di menzogna con sua dottrina colma di quel foco, ch'arde dolce in alma che non sogna.

Ma non tosto giú posato l'ave, ch'un giovenetto a lato, in veste bruna, qui sotto entrando porta un grosso trave di ponderosa croce, ed altri d'una colonna carco; e dopo loro grave e longa tratta d'angioli s'aduna intorno del presepio, lagrimosa, ciascun in man avendo una sol cosa: questo di spine una corona, quello sopra la canna una spongia bibace; chi un chiodo, chi una sferza, chi 'l martello, chi l'asta, chi la fune, chi la face.