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Aggiornato: 5 giugno 2025


Spesso, quando dopo una lunga giornata di strapazzi, si addormentava, tu la svegliavi coi tuoi strilli: e lei, sempre paziente e amorosa, correva alla tua culla per racchetarti. Anch'io, da piccina, avrò adunque avuto la testa debole e molliccia come quella del mio fratellino? Come quella, figliuola mia. E com'è dura, ora! Chi sa quante volte avrò corso il pericolo di farmela in pezzi!

Allora aspettiamo altri due giorni, pericolo non ce n'è ancora, poi nemmeno ci sarebbe.... ma s'interruppe per tornare su la culla ad ascoltare il respiro del bambino, che si era addormentato. Questi pareva calmo, senonchè attraverso il suo rantolo lieve, tratto tratto, passava qualche piccolo strido.

Facciamo scaturire una fontana Dalla sabbia e dal mal la Poesia, Poichè l'evocatrice fantasia Che non ha culla e che non ha confine, Dovunque regna e da ogni cosa em

Comprendeva la Rosalia che una grave tempesta versava l'animo di lui: soffriva, taceva, non gli scemava l'amore: consolavasi negli arcani godimenti della donna che sente in stessa un altro essere, unito e pur diverso, vivente della medesima vita, scosso da movimenti comuni, amato come e vagheggiato come un altro: e tripudiava nel vedere avvicinarsi il tempo di metter alla luce un bambino, pegno dell'amor loro, che l'amor loro crescerebbe colle cure prodigategli d'accordo, coi vezzi infantili, colle speranze che danzano intorno alla culla del primo figliuolo.

Camminando dunque noi con lenti e tardi passi verso il delettevole boschetto: Deh! dissi allora, caro mio Liberato, giá fussi io morto in culla! ché, poi ch'io mi sono dato a gli vani studi de la naturale filosofia, a cercare di conoscere le proprietadi de le cose a noi occulte e impenetrabili, non ebbi mai l'animo mio tranquillo quieto, ed ora piú che mai l'ho travagliato e de vari e diversi pensieri tutto ripieno e distratto.

La donna morta fu portata al cimitero colla sua candida veste di sposa; il bambino fu messo a balia; i Ravelli affranti dal dolore abbandonarono il paese, il povero esule rimase solo, fra una culla e una tomba, a piangere la sua cara compagna scomparsa;

Il povero Lorenzo si sentiva schiantare il cuore, uscendo da quella casa, che era stata la culla ed era la tomba dell'amor suo. Nel quale si parla di molte stelle del cielo ligustico.

Era Marfisa allor di buona luna: disse al marchese che s'accomodasse, e tra le sedie gliene additav'una ch'è la piú bassa tra le sedie basse. Terigi, dopo un nuovo e strano inchino, s'assise in quella, e pareva un bambino. Non dimandar se ride la fanciulla. Volete voi parlar di cose dotte gli va dicendo o di pappa o di culla, del tempo buono o di piogge dirotte?

Pur or conosco io te fedel compagna, fedel mia guida e mia fedel maestra; Erato bella. Tu fin da la culla mi fosti a lato; tu la tua sorella fra le genti mortali in forma umana mi scorgesti a mirar. Tu mi dimostri com'io lei segua, cui più sempre amando l'alma mia più verdeggia e più s'infiora.

Nelle membra di Rosina corse un brivido di tenerezza: essa ricordava il sogno fatto a Malta tanti anni addietro; la canzone era italiana, italiana la musica. Giovanni pure sembrò altamente commosso. Il canto proseguiva: Madre sono e son fanciulla, Ed il figlio, ahimè! non ha Genitore: ah! dalla culla Chi sia il padre, ah! no non sa. Quali parole! senti tu, mio Giovanni?

Parola Del Giorno

fuligginosa

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