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Aggiornato: 26 giugno 2025
Cresti si arrestò, sentendo che parlava in plurale; socchiuse un poco gli occhi e aspettò che altri finisse un discorso che non osava andar avanti da sè. Avremo la nostra barchetta... ma il Ravellino è in un disordine orribile. Bisogner
Col pretesto di frequenti gite, di scampagnate e di colazioni in comitiva egli era sempre con lei o accanto a lei; e siccome la prudenza non era la virtù principale della bella baronessa, e amore è cieco anche perchè non abbia a vedere i pericoli, ne venne fuori un lieto pettegolezzo, per non dire uno scandalo, che finì coll'impensierire gli amici. Il Bersi ne parlò al Cresti che ne discorse con Massimo, perchè vedesse d'intervenire colla sua autorit
Che bagolon! disse sottovoce Ezio con quello spirito caustico che era quasi l'aroma del suo carattere. Non vedo nessuno ma vi sento. Stese la mano a donna Vincenzina, dicendo: Grazie, grazie! E riconosciuto alla voce lo zio, gli disse: Crepi l'astrologo! E quando gli dissero che c'era anche Cresti, gli domandò: Come vanno i conigli?
E l'occasione venne a tempo nell'invito a colazione che il Cresti portò al Castelletto in nome della zia Vincenzina e di Ezio per festeggiare il ritorno dello zio d'America. Ecco il gran giorno! andava ripetendo Flora in cuor suo Bisogna che io ci vada con tutte le armi. Volle per quella mattina essere bella, ben vestita, raggiante di quel poco di buono che Dio le aveva dato.
Io... non dico che si abbia ad abbandonare nessuno balbettò il poverino ma chiedo solo se Flora è venuta a portarmi la morte. Cresti, mio buon Cresti! proruppe con un vivo abbandono di cuore la fanciulla, afferrando la mano inerte del povero amico, che si era oscurato tutto e quasi rattrappito nel suo tetro dolore.
Il merito è tutto mio d'averlo schiodato dagli antipodi soggiunse il Cresti, che preso anche lui dalla commozione, per non saper piangere, andava movendo le gambe e agitando l'ombrello. Mia zia Matilde disse Ezio presentandola. Oh.... oh.... Matilde, vecchia conoscenza esclamò, ingrossando la voce, Massimo Bagliani per darsi della forza.
Da qualche tempo i pochi amici canzonatori notavano che il solitario ortolano del Pioppino faceva degli sforzi straordinari per essere bello ed elegante. Ezio Bagliani, che tra i burloni era forse il più feroce, voleva vedere in certe scarpe alla polacca che il Cresti portava con ostentazione, una specie di dichiarazione per la bella sua cuginetta che abitava al Castelletto. Altri nelle doppie suole e nei talloni alti di quelle scarpe volevan vedere lo sforzo d'un uomo corto di gambe per sollevarsi di qualche centimetro sul livello normale del lago. Cresti lasciava dire e si limitava a sogghignare di quel sorriso muto, che gli irritava le mandibole sporgenti senza arrivare a muoverle: o digrignava i denti o si lasciava trascinare a pungere il suo tormentatore col puntale dell'ombrello eternamente chiuso. In fondo sentiva che tutti gli volevan bene e che in un momento grave sapevan far conto dell'ortolano del Pioppino. Ezio Bagliani, per esempio, il più dissipato di tutti, aveva più d'una volta ricorso all'aiuto segreto di Beniamino Cresti, quando nelle sue strettezze di studente, non osava affrontare la faccia dura di pap
La mamma avrebbe desiderato ch'ella sposasse il buon Cresti, il misantropo del Pioppino, un misantropo non privo d'una sua singolare amabilit
Tutte cose importanti, una più dell'altra interruppe con un filo d'ironia il Cresti. Per te non c'è nulla di più importante d'una conserva di pomodoro... ribeccò il giovine con burbanza. Questa almeno è ricchezza nazionale. Ma il vostro correre non vi serve che a pigliar caldo in agosto. Sei tu che corri?
Se lei è nulla, cara Flora interruppe con un'argomentazione arruffata il povero innamorato che cosa sono io che in suo paragone sono meno di nulla? No, Cresti, abbia pazienza replicò Flora con una specie di severa benevolenza ognuno ha nel mondo il suo valor assoluto e il suo valor relativo; meglio è darsi per quel che si vale. Lei sa che io sono una ragazza superba come Lucifero.
Parola Del Giorno
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