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E tu intanto, oscena arpia, Mi pagherai col rabescar di rughe Il mio sembiante; col pelarmi il cranio; Collo sfiaccarmi i muscoli e filtrarmi Nelle vene e nell'ossa, a poco a poco, Il gel dell'agonia!... Nulla ti chieggo Alba!... No! Errai! Ti chieggo un verso; un verso Per maledirti, quanto umanamente È dato maledir!... Ora ai tuoi vezzi Presti fede chi vuole!... Io m'addormento!

Gustavo fu libero; sorse in piedi, s'abbrancò al piccolo schienale del seggiolo del cocchiere e puntando la pistola al postiglione, gli gridò: A te ora... di galoppo o ti spacco il cranio.

Pensare non era più possibile; nessuna idea, nessun concetto, nessuna parola riusciva a rompere la pesantezza del mio cervello che avrei potuto credere paralizzato se una specie di chiodo martellante sul cranio non mi avesse dato colla sensazione di una orribile sofferenza anche quella della vita.

Vidi nel mezzo un cranio a cui dalla parte della nuca pendevano capelli bianchi a modo di semi di vecce; e cotesto cranio era duro, levigato, lustro come palla di avorio, e come avorio antico pendente in giallo, qua più chiaro, l

«Oh perverso! Se io avessi potuto sognare il male che tu eri per farmi io t'avrei quella stessa sera precipitato dal pulpito, infranto il cranio sulle lapidi del pavimento e t'avrei strappato il tuo cuore di vipera!

Il brigante, svelto e destro com'era e coraggioso, nel colpire il suo nemico, rovesciò il ferro, dimodochè il solo suo pugno piombò sul cranio del marchese, e bastò per rovesciarlo svenuto. «Meglio così» disse Nullo, quando lo accertarono che non v'era ferita mortale.

Che notte orribile che aveva passata, e che giorno più orribile ancora! quanti pensieri in quel povero cranio, alimentati continuamente dal pericolo presente, dal timore dell'avvenire incerto, dai ricordi della famiglia, del rammarico d'essersi avventurato così solo, in tempi non ancora quietati del tutto!... Poi spossato per tante commozioni, intirizzito dal freddo, rotto dalla fatica, era caduto in una specie d'inerzia del corpo e dell'anima: il dolore gli aveva accordato una tregua.

Non vede Ella questa contrazione delle labbra, questi occhi arrovesciati, e questi punti neri sulla faccia? C'è un versamento sanguigno. Se si potesse vedere sotto quel cranio, si scorgerebbe la rottura di un senso venoso del cervello, avvenuta per un afflusso improvviso, impetuoso, irresistibile, di sangue alla testa. Ma come? Perchè? dimandò esterrefatto il marchese.

L'opera d'arte è stata creata nel silenzio della mente, si è maturata sotto il sole caldo della fantasia che le ha donato i più ricchi colori; dopo esser cresciuta e fatta vigorosa, le sono parse anguste le pareti di un cranio, ha domandato la veste per uscire nel mondo, ha voluto la bella forma ed è venuta fuori splendida come una creatura vivente. Ora il mondo deve giudicarla, darle il soffio che la manterr

Io sono un misero! sclamò egli infine, essendosi assiso, dopo qualche istante di tacere, cui il dottore non interruppe perchè gli scandagliava il cranio ed il petto del suo occhio scrutinatore. Bah! bah! io sono abituato a quelle frasi rispose il dottore di un tono gaio. Tutti coloro che vengono a consultarmi cominciano per quel motto.