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E saper dei che la campagna santa dove tu se', d'ogne semenza e` piena, e frutto ha in se' che di la` non si schianta. L'acqua che vedi non surge di vena che ristori vapor che gel converta, come fiume ch'acquista e perde lena; ma esce di fontana salda e certa, che tanto dal voler di Dio riprende, quant'ella versa da due parti aperta.

Tosto che parton l’accoglienza amica, prima che ’l primo passo trascorra, sopragridar ciascuna s’affatica: la nova gente: «Soddoma e Gomorra»; e l’altra: «Ne la vacca entra Pasife, perché ’l torello a sua lussuria corra». Poi, come grue ch’a le montagne Rife volasser parte, e parte inver’ l’arene, queste del gel, quelle del sole schife,

Valga d'esperïenza il raggio tardo, In che forzatamente oggi m'aggiro, Ad oprar alfin , che più gagliardo A tua bellezza s'erga il mio desiro, E nulla tanto da' mortali io brami, Quanto ch'ognun tuoi pregi scorga ed ami! La legge tua non è d'irto rigore, Sol le idolatre passïoni abborri: Lunge che a te dispiaccia amante cuore, Ad un cuor fatto gel più non accorri.

Gange non mai, s'unqua ha le sponde a scherno, Doma fier le soggiogate piagge; Non s'orgoglioso per orribil verno Il gonfiano di pioggia alpi selvagge; E per distrutto gel scendendo altiere L'accompagnano al mar cento riviere.

lo gel che m'era intorno al cor ristretto, spirito e acqua fessi, e con angoscia de la bocca e de li occhi usci` del petto. Ella, pur ferma in su la detta coscia del carro stando, a le sustanze pie volse le sue parole cosi` poscia: <<Voi vigilate ne l'etterno die, si` che notte ne' sonno a voi non fura passo che faccia il secol per sue vie;

Dopo l'avrebbero fatto portare a Gel per la sepoltura che doveva avere luogo subito, visto lo stato di avanzata putrefazione in cui si trovava il misero corpo. I contadini più pacifici aspettavano di accompagnare il morto; ma gli scalmanati non potevano aspettare.

Mezzogiorno suonava alla chiesa di Gel!... Ah! egli era andato incontro alla Virginia che portava il mangiare agli uomini!... Non si stancava mai di vederla, di starle appresso; non ne aveva mai abbastanza di quell'amore!... Maria si sentì gelare improvvisamente. Li aveva scorti.

E saper dei che la campagna santa dove tu se', d'ogne semenza e` piena, e frutto ha in se' che di la` non si schianta. L'acqua che vedi non surge di vena che ristori vapor che gel converta, come fiume ch'acquista e perde lena; ma esce di fontana salda e certa, che tanto dal voler di Dio riprende, quant'ella versa da due parti aperta.

lo gel che m'era intorno al cor ristretto, spirito e acqua fessi, e con angoscia de la bocca e de li occhi usci` del petto. Ella, pur ferma in su la detta coscia del carro stando, a le sustanze pie volse le sue parole cosi` poscia: <<Voi vigilate ne l'etterno die, si` che notte ne' sonno a voi non fura passo che faccia il secol per sue vie;

Alcune ghignarono perchè questa ribelle Cristina era un bel pezzo di ragazza e i padroni le facevano l'occhio di triglia, e anche don Giorgio Castellani, il giovine curato di Gel, la vedeva volontieri. Ma la sorella di lei, la sposa Rampoldi, dolente e quasi offesa, esclamò: Sei pazza?! Che vita vuoi fare, altro che lavorare?... I poveretti son nati per questo.