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Aggiornato: 20 giugno 2025


Fanciullaggine! ripeto. E tale la giudicavo da principio. Infatti, nelle sedute dei giorni appresso, scherzando all'amico scultore: Chi sa che diamine pensa il mio ritratto con quel cranio altrui! Vi sar

Taluno ebbe paura che la scienza colle sue progressive scoperte giungesse a leggere i pensieri attraverso le pareti del cranio, e pensava gi

E seguitava ancora, stupidamente, come faceva prima con la cantatrice. E Rosa Catana, paziente, gli rendeva le piccole carezze, come a un bambino malaticcio e viziato; gli prendeva la testa e se la teneva contro la spalla; gli baciava li occhi gonfi e lacrimanti; gli palpava il cranio calvo; gli ravviava i capelli untuosi.

Intanto, durante le sedute di posa mi affondavo sempre più in questa fissazione. Un crescente malessere mi invadeva. Non osavo più di scherzare intorno a quel cranio.

Il filosofo tracciò sul cranio dell'uomo le cifre che segnano nel cervello le facolt

Be', be', va d'incanto. Ma l'uomo cadendo da un'altura si rompe il collo, si spezza il cranio, e non riporta ferite operate da un ferro tagliente, ed acuto.

È l'aria che mi manca, è la gola che mi si stringe, è il petto che mi si opprime.... Senta, dopo tutto è una provvidenza che lei mi abbia scritto, che mi abbia offerta l'occasione di sfogarmi, di buttar sulla carta una parte di ciò che mi tempesta nel cranio e che minaccia di farmi ammattire!

Per esempio se lei fosse dentro, potrebbe picchiare, ed io la farei uscire, capisce." E continuava a guardare il cielo mentre parlava; e ciò pareva proprio scortese ad Alice. "Ma forse non può farne a meno," disse fra ; "ha gli occhi incastrati sul cranio! Potrebbe però rispondere a qualche domanda Come potrei fare per entrar dentro?" disse Alice a voce alta.

Il piccino le rispose: Mi ha morso il cane.... Subito dopo si sentì gridare: Badate! Badate! Il cane è idrofobo! Il giardiniere gli aveva spaccato il cranio con un colpo di bastone. Ma il povero ragazzo mostrava il braccio nudo, sanguinante, e nessuno sapeva trovar modo di soccorrerlo. Allora suor Carmelina, s'avanzò, pallidissima, ma senza il più piccolo tremito.

I due vecchi daddoloni crepavano dalla fatica, ma tenevano duro. Il conte da Castiglione, stringato, imbottito in un abito grigio da giovinotto, traballante, con una lunga e larga ciocca di capelli ingommati, che ad ogni scossa gli si rizzava sulla nuca, scoprendogli una fetta pelata di cranio; e Prospero Anatolio col respiro affannoso, gli occhietti bigi, luccicanti, il faccione raso, madido, vestito coll'inseparabile abito nero, lungo e largo. E in mezzo a loro, come un'eco lontana dei vent'anni rimpianti, quella creatura bella e rigogliosa passava e ripassava con vicenda misurata dal cigolio degli anelli che tenevano le corde sospese dentro la spranga di ferro; passava e ripassava ritta, balda, sicura, i capelli che le fremevano sulla fronte e le svolazzavano liberi, dietro le spalle; passava e ripassava respirando dalle nari dilatate, con la bocca semiaperta e le pupille socchiuse, quell'aria fresca e profumata della campagna che le accarezzava la faccia, che le sibilava nelle orecchie, ch'ella sentiva in tutto il molle abbandono del suo corpo, come un'ondata di volutt

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