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È l'aria che mi manca, è la gola che mi si stringe, è il petto che mi si opprime.... Senta, dopo tutto è una provvidenza che lei mi abbia scritto, che mi abbia offerta l'occasione di sfogarmi, di buttar sulla carta una parte di ciò che mi tempesta nel cranio e che minaccia di farmi ammattire!

La signora Lucia sta male? Lucia sta benissimo. Stai male tu dunque? ; ma la tua arte non può far niente per me. E... allora perchè sei venuto? Per sfogarmi!... E per consultarti. Abbozzai un gesto di stupore, ma non così abilmente da poter farlo passare per sincero.

Rise ancora, vedendo la mia faccia dolente, quasi sgomentata; e mi domandò se fosse un'impresa tanto difficile. Risposi che ed ella mi replicò, che essendo artista, potevo sfogarmi senza malignit

Quasi fievole suono di voce che arrivava da lontano, dal confine dell'ignota regione dove ogni esistenza va a perdersi.... E subito un travolger di occhi, un impietrarsi delle pupille, un lieve sussulto.... e poi nient'altro! Il doppio gran sacrificio, della madre e della creatura, era compiuto! E non potevo piangere! Non potevo urlare! Non riuscivo a sfogarmi in nessuna maniera!

Si vedeva l'uomo che avrebbe voluto parlare, chiacchierare a suo agio e che non poteva più farlo, perchè il proto gl'insidiava le righe, perchè l'articolo politico, la cronaca, la satira gli contendevano lo spazio. Edoardo Boutet però è un parlatore brioso, delizioso, un conversatore; e il suo dialetto napoletano non forma la minore attrattiva delle sue improvvisazioni familiari. Ha dovuto dire dentro di : Mi si tura la bocca o, per lo meno, mi si trattiene il braccio, mi si lesina lo spazio? Ebbene, io non posso sentirmi soffocare, io voglio sfogarmi. Ho tante e tante cose da dire! Debbo attendere un'occasione propizia che forse non si presenter

Non ha fatto di me, di me, capisce? non ha fatto di me il marito di sua figlia? Ah! Tutto avrei creduto possibile al mondo, anzi che questo, che io conducessi in isposa la figliuola di Polissena Baldovini. Ah, mio buon amico, mio padre, se sapesse quanto ho bisogno di sfogarmi con Lei! Non è forse Dio che l'ha mandata? Ho molto sofferto, Don Pietro, e soffro ora più che mai.

L'anno scorso, nel mio compleanno, scrivevo dei pensieri che erano l'espressione dell'anima mia, e li dedicavo a mia sorella: quest'anno ancora voglio scrivere dei pensieri e li dedico al deserto. Deserto: ecco l'espressione dell'anima mia! Che cosa scrivo?... Si possono tradurre a parola le convulsioni dell'anima, le contorsioni di mano, gli stringigola, i groppi, le memorie fallite e le speranze fallite? Posso scrivere lo stato dell'anima mia?... Eppure voglio sfogarmi: voglio lasciare un foglietto che attesti questo tristissimo compleanno. Lo leggerò io? quando? come? Lo leggeranno gli altri? quando? Quando io sarò morto, quando frugando entro le mie carte, i miei parenti diranno: Aveva un po' del matto! e mi compiangeranno. Lo leggerò io? Non so perchè, ma fra l'immenso buio che mi ottenebra la vita, un po' di lume cade su quella scena ineffabile che ho sognato mille volte: cioè: una donna, la mia donna, spier

Non mi ha lasciato finire esclamò dolorosamente e mi ha voltato le spalle!:.. Ho fatto male? Forse, ahimè, ho accelerato la catastrofe che avrei voluto impedire!... E per ciò oggi che ho il cuore assai più oppresso, e sento un gran bisogno di sfogarmi nel seno di un amico fidato, sono venuto da te. Scusami!... Povera Lucia!