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Il signor Proto era, tra gli onorevoli della destra, colui il quale sorbiva con più beatitudine i discorsi del conte di Cavour. Questo deputato avendo lasciato il Parlamento, la sua parte e la sua soddisfazione di benessere è stata ereditata dal De-Blasiis il di cui cranio lucido diviene purpureo e la pallida figura trasuda scandelle di grasso animale.

E il monello, continuando a sbilucciarla, sputacchiò un'altra volta per darsi importanza, poi, fischiettando con un certo fare da menimpipo, infilò l'uscio della stamperia e scomparve. La Nena era inquieta e sgomenta: aspettò sulla porta una mezz'ora buona, salì di nuovo, nemmeno il proto sapeva indicarle dove si potesse trovare il signor direttore.

Gruppi per provincie, e loro carattere distintivo. I fabbricanti ed i traffichini degli ordini del giorno. L'addormentato. Lo stanco. L'indiscreto. I legislatori. I Grandi di Spagna. L'amico di tutti. Crispi e la sua posa. L'ex-Mirabelli. I successori di Turati e di Proto. Fisionomia degli oratori. I lettori di giornali ed il signor Boggio. Torino, 15 aprile 1861 e febbraio 1862.

Per conto mio, io ringrazio il Massarani poeta e pittore e stavo per aggiungere anche proto, giacchè niente della parte materiale del volume è sfuggita alle sue cure lo ringrazio delle diverse sensazioni che la sua opera mi ha date, dei diversi sentimenti gentili, forti, pietosi in me destati con la sua duplice opera poetica e grafica.

Fabio e Ubaldo scrollarono la testa e capirono che dal principe non potevano ottenere nessun appoggio morale, e volendo ad ogni costo proteggere la Stampa dalla influenza perniciosa del Carrani, perchè sul giornale fondavano le loro speranze d'avvenire, chiamarono il proto e gli dettero ordine che non accettasse più gli articoli dell'ex-ministro, senza farli passare per la redazione.

Si vedeva l'uomo che avrebbe voluto parlare, chiacchierare a suo agio e che non poteva più farlo, perchè il proto gl'insidiava le righe, perchè l'articolo politico, la cronaca, la satira gli contendevano lo spazio. Edoardo Boutet però è un parlatore brioso, delizioso, un conversatore; e il suo dialetto napoletano non forma la minore attrattiva delle sue improvvisazioni familiari. Ha dovuto dire dentro di : Mi si tura la bocca o, per lo meno, mi si trattiene il braccio, mi si lesina lo spazio? Ebbene, io non posso sentirmi soffocare, io voglio sfogarmi. Ho tante e tante cose da dire! Debbo attendere un'occasione propizia che forse non si presenter