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Aggiornato: 16 giugno 2025
Ei va pensando riparare al male: sfida Terigi con un cartellone; che scelga il campo e l'arma; che a mortale duello il vuol per la riputazione. Terigi, grasso, pigro e piccoletto, fu per morir quando il cartello ha letto. L'onor non vuol che tardi alla risposta, né che ricusi la disfida certo; ma se guarda alla trippa mal disposta e ascolta il cor, si ritrova diserto.
E se tu vuoi che 'l ver non ti sia ascoso, tutta al contrario l'istoria converti: che i Greci rotti, e che Troia vittrice, e che Penelopea fu meretrice. 28 Da l'altra parte odi che fama lascia Elissa, ch'ebbe il cor tanto pudico; che riputata viene una bagascia, solo perché Maron non le fu amico. Non ti maravigliar ch'io n'abbia ambascia, e se di ciò diffusamente io dico.
29 Come nel mar che per tempesta freme, assaglion l'acque il temerario legno, ch'or da la prora, or da le parti estreme cercano entrar con rabbia e con isdegno; il pallido nocchier sospira e geme, ch'aiutar deve, e non ha cor né ingegno; una onda viene al fin, ch'occupa il tutto, e dove quella entrò, segue ogni flutto: 30 così dipoi ch'ebbono presi i muri questi tre primi, fu sì largo il passo, che gli altri ormai seguir ponno sicuri, che mille scale hanno fermate al basso.
Il Conte, ossia forse il Manzoni, vorrebbe fidarsi al suo destino, e non curar troppo le male arti de' nemici; Marco, ossia ancora, come si può sottintendere, il Fauriel gli pone innanzi l'immagine della moglie e della figlia amatissime, ma forse in qualche momento dimenticate per alcun'altra più forte attrattiva, per l'amore della patria: Vuoi che una corda io tocchi Che ancor più addentro nel tuo cor risoni?
Quinci parte nel cor s'infiamma d'ira, Parte al popolo vil porge ardimento, E lo conforta e lo minaccia; e mira Alfin, ch'ogni opra va dispersa al vento. Però ne' gran tumulti il ciglio gira Se trova il Duce, onde quel campo è spento, E mentre in varia parte affanna il guardo, Pon su la cocca immedicabil dardo.
Io voglio dirti che nel cor giammai Havvi sconfitta intera; Che, pur gridando al bacio e al Sol: più mai,
Non è cor non è spirto che in amore Rustico, non che nobile e virile Non corrisponda con gelato ardore E con disio magnanimo e gentile Non v'è arboro, pietra, herba, o fiore Che non senta il calor del suo focile Senza il qual, siani inordinati & spenti I sacri chori, non che gli elementi
Quale è donna di voi che non si pente e non rompe nel cor durezza tanta ch'altrui in vecchiezza poi suol far dolente? Rompete il ghiaccio che d'intorno ammanta i freddi petti; e di pietá s'accenda l'alma, ch'Amor vi faccia lieta e santa. Ma veggio che convien che altra via prenda; ché 'l predicar fra duri sassi e tigre non è possibil che mai frutto renda. Alme gentil, non siate al ben far pigre.
Ma manco la fattura, Perché, dico, ma lei mi attasti un fiore Lei mi guardi la tinta der colore E tutt'antro, ché qui nun c'è impostura. Ma, dico, bisogn'esse' 'na cratura... Lei mi scusi, si sa, parlo cór core, Perché, capisce?, un'antra più mijore De questa nu' la trova, stii sicura. Perché poi, dico, fatevi capace, Li fiori freschi dopo du' giornate Ve ce rimane er zeppo e semo pace.
e pero` lo minor giron suggella del segno suo e Soddoma e Caorsa e chi, spregiando Dio col cor, favella. La frode, ond'ogne coscienza e` morsa, puo` l'omo usare in colui che 'n lui fida e in quel che fidanza non imborsa. Questo modo di retro par ch'incida pur lo vinco d'amor che fa natura; onde nel cerchio secondo s'annida
Parola Del Giorno
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