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Aggiornato: 18 maggio 2025
Vengo in Roma, e per non esser costui un giorno andato alla scuola, promisi di batterlo: fuggì di casa mia tre anni sono, né ne ho potuto piú saper novella; solo ho inteso che era qui in Napoli e che stava in casa di un medico detto Gerasto, vestito da fantesca. Io non posso imaginarmi altro, perché vi stii, se non per qualche trama amorosa, onde potrá facilmente capitar male.
Ma manco la fattura, Perché, dico, ma lei mi attasti un fiore Lei mi guardi la tinta der colore E tutt'antro, ché qui nun c'è impostura. Ma, dico, bisogn'esse' 'na cratura... Lei mi scusi, si sa, parlo cór core, Perché, capisce?, un'antra più mijore De questa nu' la trova, stii sicura. Perché poi, dico, fatevi capace, Li fiori freschi dopo du' giornate Ve ce rimane er zeppo e semo pace.
VIGNAROLO. Su, mano a' fatti, andiamo all'astrologo, ché voglio transformarmi. PANDOLFO. E vuo' che stii sempre tre mesi in letto e mangiar sempre maccheroni. VIGNAROLO. Se non basta transformarmi, disformami, reformami e conformami ancora. PANDOLFO. Io so che i baci che ti dará Armellina si udiranno un miglio. VIGNAROLO. Deh, andiamo presto, di grazia, ché io mi struggo, mi consumo e mi muoro!
Patrone, io non voglio venire se non me date le scarpe. PRUDENZIO. Vieni; ch'io t'imprometto de dartele come noi tornamo. MALFATTO. Sí! come tornamo! Voi me ci volete cogliere come le altre volte. Non avete un quatrino. PRUDENZIO. Tira alle forche, temerario poltrone! Che sai tu se io ho nummi o no? Fa' che stii cheto e non amplius loqui. E basta. CECA serva.
Sempre me volete dare li cavali, voi; e sempre me fate andare a piedi con le scarpe mezze rotte e mezze straziate. PRUDENZIO. Non piú parole; e fa' che tu stii cheto; e fa' che sempre non te abbiamo a fare uno epilogo sopra el vivere tuo. Háime inteso? perché non respondi? che guardi? a chi dico io? MALFATTO. Uhu! uhu! uhu! PRUDENZIO. Che parlar, che gesticoli de asino son questi?
PANURGO. Faremo che Cleria non si contenti. ESSANDRO. Cleria è timida, rispettosa; non ardirá questo. PANURGO. Mancherá di trovar il pelo all'uovo? Ho detto il disegno cosí in grosso, poi tanto voltaremo di qua e di lá e l'anderemo polendo e accommodando, che stii a modo nostro.
E facendosi venire innanzi Roberto, Giselberto gli dice: « Senti, Roberto, se tu mi avessi chiesta l'anima mia, io avrei voltate le spalle al mio angelo custode e te l'avrei data senza patti: ma tu mi hai domandata Alberada, gli è bene dunque che mi stii attento ad ascoltare.
Et acciocchè si ottenga il detto console stii dove stanno li mercadanti, e dove si trattano le faccende che è in Aleppo, però sia preso che sia data commission alli Baili nostri overo Oratori nostri, over altro che paresse comodo et atto a far tal officio, che debba tentar con ogni mezzo la permission che detti consoli abbino la sua ferma sede in Aleppo, con que' modi, forme e virtù per li Savi nostri sopra la mercanzia e provvigioni di cottimi sar
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