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Aggiornato: 5 maggio 2025


Et acciocchè si ottenga il detto console stii dove stanno li mercadanti, e dove si trattano le faccende che è in Aleppo, però sia preso che sia data commission alli Baili nostri overo Oratori nostri, over altro che paresse comodo et atto a far tal officio, che debba tentar con ogni mezzo la permission che detti consoli abbino la sua ferma sede in Aleppo, con que' modi, forme e virtù per li Savi nostri sopra la mercanzia e provvigioni di cottimi sar

La più antica memoria che si abbia di consoli veneti è relativa a Teofilo Zeno, bailo in Siria nel 1217, ed a Marsilio Zorzi, bailo pure in Siria nel 1243 ; quindi si hanno notizie di baili in Acri dal 1256 al 1277, e finalmente di consoli in Siria dal 1384 al 1675 ed alla caduta della repubblica .

Continue e particolari informazioni sulla guerra di Persia e sulle condizioni di quel regno pervennero al senato colle relazioni ufficiali dei consoli in Soria, Andrea Navagero 1574, e Pietro Michele 1584 , e dei baili Giovanni Soranzo 1576, Paolo Contarini 1583, e Francesco Morosini 1585 . Quest'ultimo ricordava quanto importasse la concordia dei principi cristiani contro la Turchia, che dalle loro diffidenze soltanto traeva la propria forza; e come a farle notabile offesa, modo più facile e più sicuro non v'era che d'irrompere dalla parte della Russia e della Persia, mentre un'armata navale penetrasse nel Bosforo ed attaccasse direttamente i castelli dell'arcipelago «con che poteasi sperar certo di scacciare finalmente i Turchi dall'Europa».

I dispacci dei baili a Costantinopoli riportati dal Sanudo, e quattro relazioni che in quei preziosi diarii sono pure conservate inedite, fanno di ciò piena testimonianza. La prima è una deposizione del nunzio Dell'Asta fatta alla signoria nel dicembre 1501, intorno al nuovo profeta Ismaìl ; la seconda una relazione 7 settembre 1502 del luogotenente di Cipro Nicolò Priuli, sui progressi del sufì e della sua setta ; la terza una deposizione fatta nell'ottobre 1503 intorno ai successi persiani, da un Moriati di Erzerum spedito appositivamente in Tauris dai rettori di Cipro ; la quarta finalmente è una lettera di Giovanni Morosini da Damasco del 5 marzo 1507 , la quale narrando con ogni possibile esattezza le lotte del sufì contro Alidul e la Turchia, rappresentava al senato «quello essere il momento opportuno di cospirare d'accordo fra i principi cristiani e la Persia, nella santissima impresa di scacciare il Turco d'Europa». La lettera del Morosini termina col seguente ritratto dello sh

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