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1503, 22 giugno. L'autorit

I dispacci dei baili a Costantinopoli riportati dal Sanudo, e quattro relazioni che in quei preziosi diarii sono pure conservate inedite, fanno di ciò piena testimonianza. La prima è una deposizione del nunzio Dell'Asta fatta alla signoria nel dicembre 1501, intorno al nuovo profeta Ismaìl ; la seconda una relazione 7 settembre 1502 del luogotenente di Cipro Nicolò Priuli, sui progressi del sufì e della sua setta ; la terza una deposizione fatta nell'ottobre 1503 intorno ai successi persiani, da un Moriati di Erzerum spedito appositivamente in Tauris dai rettori di Cipro ; la quarta finalmente è una lettera di Giovanni Morosini da Damasco del 5 marzo 1507 , la quale narrando con ogni possibile esattezza le lotte del sufì contro Alidul e la Turchia, rappresentava al senato «quello essere il momento opportuno di cospirare d'accordo fra i principi cristiani e la Persia, nella santissima impresa di scacciare il Turco d'Europa». La lettera del Morosini termina col seguente ritratto dello sh

Per una eccezione Pio III, nel 1503, trovandosi infermo, ricevette gli ebrei in una delle sale del Vaticano stesso. Giulio II li ricevette di bel nuovo alla Mole Adriana, dove gli diressero un lungo sermone, e dove specialmente parlò con singolare eloquenza il rabbino spagnolo Samuele, medico del papa.

Che però in altri anni si desse mano allo stampo di queste monete da spendersi a Padova e nel suo territorio ce lo prova una terminazione del C. X. 19 dicembre 1498 che ordina una nuova fabbrica de' [I[soliti parvuli]I] per Padova che devon'essere quelli recanti le sigle M . B; come pure un'altra parte del consiglio stesso, 6 marzo 1503, decreta si stampino altri cento zecchini in [I[oboli ad solitam stampam]I] per quella citt

Venuta per dedizione spontanea in potere de' nostri nel 1403, fu retta da un [I[provveditore]I] che la governava in nome della Repubblica fino al 1477 in cui per cessione la occuparono i Turchi. Ripresa nel 1503, ricadde in loro mano nel 1506. Lo Zon citò parimente, in un colle monete di Dulcigno, quelle di Alessio. L'esemplare sulla cui autorit