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E mentre il libro nuovo, bello, fiero della sua apparenza fresca, se ne va tutto ardito pel mondo, provando le sue forze e credendo di trovare tutti visi cortesi e paroline benevoli, l'autore si agita nella sua casa deserta e si affanna pel caro assente e si pente di averlo lasciato andare: e pensa alla critica che lo incontrer

«Poter godere delle piccole, sciocche cose! andava pensando piacersi delle ghiottonerie! occuparsi e divertirsi di insulsaggini!... Beato chi è fatto così, e non si affanna a correr dietro a un ideale, che fugge e fugge lusingando e attraendo con una fiamma bugiarda; fuoco fatuo. A un punto entrò Bortolo con il viso smorto.

Roma, soprattutto, sentendo venir meno il sostegno di tutto il suo colossale edificio esteriore, si affanna a dare a questo la maggior consistenza possibile, perchè esso possa reggersi, corpo senz'anima, quasi per l'istesso suo peso¹. Di qui le varie riforme di Pio X: la condanna del modernismo, la codificazione del diritto, le riforme liturgiche, la rigida difesa della tradizione ortodossa; tentativi disperati di puntellare un edificio sotto il quale viene mancando il terreno.

Ella veniva frettolosa, e le vesti aveva scomposte più che a nobile dama non convenisse; le sue donzelle le si traevano dietro correndo, e andavano aggiustandole alla sfuggita chi il velo, chi la cintura, o che altro. «Dama, che possiate esser lieta di tutto quello che desiderate; qual cosa vi affanna, onde tanto smaniosa vi levate di letto?» «Cugino, arrivò il Corriere

Chi scrive conosce un tale della costola d'Adamo, uomo del resto di molto ingegno e di miglior coltura, e, come parve a taluno, anche di assai buon senso, il quale tiene per fermo che i patrizi sieno, nella grande catena, d'un bel tratto più presso a Dio che non il resto del genere umano; assunto che si affanna a dimostrare con una convinzione veramente prodigiosa, e, quel che più fa maraviglia, senza che il vino gli abbia dato alla testa.

Quinci parte nel cor s'infiamma d'ira, Parte al popolo vil porge ardimento, E lo conforta e lo minaccia; e mira Alfin, ch'ogni opra va dispersa al vento. Però ne' gran tumulti il ciglio gira Se trova il Duce, onde quel campo è spento, E mentre in varia parte affanna il guardo, Pon su la cocca immedicabil dardo.

Sciagurato! Non carezza materna acquietò mai il suo pianto; non bacio di padre lo rallegrò nei giorni della infanzia; egli non conobbe padre, madre. Sta nella vita come pianta nel deserto. Ricerca la sua memoria, e trova in quella la solitudine dell'intelletto: solo lontano lontano alcune rimembranze di sangue.... ma confuse, ma oscure per modo, che invano si sforza richiamarle più specialmente al pensiero. La sua anima arde quanto il sole sotto il quale egli nacque; la sua nascita lo affanna: un senso segreto di grandezza lo travaglia; anela una cosa che neppure egli conosce; vorrebbe con uno sguardo penetrare nei misteri della creazione, vorrebbe con un moto dominare i popoli della terra, vorrebbe essere un Dio con gli attributi dell'uomo, o un uomo con la scienza e la folgore di Dio. Ma l'alta fantasia, considerando il suo misero stato, sviene nello ardore della immagine; il suo cuore allora geme straziato dall'angoscia, sente tutto il tormento del delirio dell'ambizione. Forse questo fuoco avrebbe da gran tempo consumato la sorgente della vita, dove una forma di celesti sembianze non gli sorgesse nell'anima, e ne acquietasse alcuna volta le tempeste. Certo, quello è un amore disperato; e ben degno di lui. Il solo pensiero, se gli uomini potessero conoscere il pensiero, sarebbe punito. Uno scudiero osa sollevare lo sguardo alla figlia de' Re? Quali sono le sue speranze? Confida che la vergine del sangue svevo piegher

In cui si sciorina la teorica delle lune. Così voleva e disvoleva, dubitava, credeva e tornava a dubitare, amando quella donna con una veemenza che sentiva del feroce. Gli amori in cui entrano i sensi per la massima parte, son tutti così. Lo spirito ci avverte di stare in guardia, e si affanna a trovar sempre nuove cagioni di sospetto, che disgraziatamente nessuna logica è più buona a distruggere; ma la bellezza ci attrae, c'involge, ci penetra fino al midollo, troviamo più modo di riaverci, di esser padroni di noi. Ed era così bella costei, con quella testolina briosa, quel collo di cigno, e quelle forme flessuose! La serpe lo aveva chiuso nelle sue spire ed egli ne sentiva il fascino; si dibatteva impaurito, e non avrebbe osato spiccarsene. Pure, non era mica la donna sognata da lui a mente libera, la donna amante ed austera, nella cui dignit

Ma, santo Dio!... che cosa hai adesso?... Che cosa vai sognando per intorbidare la nostra vita onesta e tranquilla?... Grazie al cielo nessun dolore ci opprime, nessuna pena ci affanna, e tu vai cercando il pelo nell'uovo!... Che cosa hai bisogno di andare a pescare in un passato remoto... che è scomparso per sempre!...

Astorre il vide, ed inchinò la mano Verso il terreno, e sollevonne un sasso, Un sasso tal, ch'altri levar dal piano Male oserebbe e non venirne lasso, E l'alto cavalier tal se ne affanna Qual farebbe in lanciar tronco di canna.