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Ma forse l'aver io perduto un regno per causa d'uomini muniti di denti bianchi mi ha tratto a queste convinzioni e a questo ostinato assolutismo nell'affermarle desidero di essere smentito. Certo è però che appena io vidi quella met

Io accuso! Emilio Zola lo ha lasciato trasparire anche troppo da tutta la sua produzione di romanziere, e qualche volta fin facendo sottostare le ragioni dell'arte alle sue convinzioni personali. La sua carriera di critico e di artista è stata una lotta incessante. Il conspuez Zola, prima che dalla gola della folla anti-semitica e reazionaria, era risuonato parecchie volte dalle colonne dei giornali per opera di articolisti che si affibbiavano la giornea di campioni della morale e dell'arte; e i rammolliti decadenti e i pretesi neo-spiritualisti avevano gi

Non che il Mangilli dentro di avesse potuto far tacere neppur allora le convinzioni, che aveva sempre avute in fatto di matrimoni. Celibatario impenitente, pensava con una certa soddisfazione che lui non si sarebbe adattato giammai a quello che il Sant'Angelo faceva. Ma sebbene attaccato con tanta fermezza alle sue teoriche, ammetteva questa volta volentieri l'eccezione; e poichè il suo amico s'era risolto a quel passo per la propria felicit

Quella lettura, da principio, l'aveva turbato e commosso non poco nelle sue umili convinzioni, mettendo dentro di lui per la prima volta alle prese la ragione e il sentimento: e gli s'era accesa in cuore una fiamma, che facilmente poteva in breve distruggere la semenza sparsa per quasi due anni dalla rigida e gretta parola del Padre.

Ripeto: se io sia riuscito o no nel mio intento, è un'altra quistione. Qui si ragiona solamente d'intenzioni, di convinzioni, d'ideali appartenenti in modo speciale a una scuola estetica più che a un'altra; e per ciò posso lagnarmi della disgrazia di vedermi franteso che mi perseguita da un pezzo.

L'antipatia, cara, è una sensazione, più che un sentimento, e si modifica a seconda dei casi. Il Della Valle, per esempio, che mi era antipaticissimo come uomo politico, sotto il nuovo aspetto di genero non lo vedrei punto di mal occhio. Se le nostre idee sono agli antipodi, che cosa importa? Tutte le convinzioni vanno rispettate quando sono sincere. Bisogna essere tolleranti a questo mondo, e mostrandosi tale si guadagna un tanto anche nella pubblica estimazione. E poi... e poi i tempi si fanno difficili; la marea cresce, cresce ad ogni ora, spaventosamente; e se la Monarchia, a forza di democratizzarsi, andr

Dimmi un po': qual gusto puoi tu riprometterti dal sentirti cantare sulla faccia che in fatto di politica, per esempio, tu la pensi come un boricco; che il tuo liberalismo è una grulleria; che i tuoi grandi principi, le tue incrollabili convinzioni, sono una vacuit

E le vostre convinzioni religiose sono molto profonde? Profondissime; ma perchè questa domanda? Perchè io non amo affidare le mie cambiali a uomini di coscienza incerta, che oggi son cattolici e fra tre mesi.... protestanti!

Fra le convinzioni più ferme di Elisa, quella che sovrastava a tutte, la dominante, la sovrana, la inespugnabile nel suo cuore, era quella di non poter essere felice al mondo che unita al suo Enrico. L'affetto della impubere si era mutato, nei tre anni, in sentimento gagliardo ora ch'ella s'era fatta donna. Gi

Giuliano non fu lasciato che pochi mesi ad Atene, ma questi pochi mesi hanno avuto, come lo affermano i suoi contemporanei, una grande influenza sull’animo suo. Egli teneva ancora celate le sue convinzioni religiose, ma ciò non gli impediva di infervorarsi negli studi ed anche nella conoscenza dei Misteri, che costituivano il principale atto di culto di quel simbolismo politeista di cui Giuliano voleva fare la religione del mondo. Eunapio, Socrate e Sozomene insistono tutti sull’importanza che ebbe, nella vita di Giuliano, la sua dimora in Atene. Ma i due narratori più autorevoli ed interessanti sono, come sempre, Libanio e Gregorio. Libanio dice che, presentatosi Giuliano ai professori di Atene, e offertosi ad un esperimento, si trovò che ne sapeva più dei maestri, così che «solo di tutti i giovani che accorrevano ad Atene, ne ripartiva, avendo insegnato più che imparato. Pertanto si vedevano continuamente intorno a lui degli sciami di giovani, di vecchi, di filosofi, di retori. A lui guardavano anche gli dei, ben sapendo ch’egli avrebbe risollevato il patrio culto. Quando parlava era, insieme, ammirabile e modesto, poichè, checchè dicesse, subito arrossiva. Di questa sua mansuetudine tutti godevano, e i migliori traevano profitto dai suoi insegnamenti. E il giovinetto aveva intenzione di vivere e di morire in Atene, e ciò gli pareva il colmo della felicit