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Giorgio Della Valle era un sognatore; ma bisogna ricordare che a vent'anni il Manzoni, il Giusti, il Settembrini avevano avuto quell'istesso ideale, avevano fatto quell'istesso sogno; invece la gioventù scettica e quattrinaia che dorme... e non sogna, senza essere più svegliata per questo, gridava al conte repubblicano la croce addosso, gli arrabbiati chiamandolo un mestatore ambizioso, e i tolleranti un matto pericoloso.

L'antipatia, cara, è una sensazione, più che un sentimento, e si modifica a seconda dei casi. Il Della Valle, per esempio, che mi era antipaticissimo come uomo politico, sotto il nuovo aspetto di genero non lo vedrei punto di mal occhio. Se le nostre idee sono agli antipodi, che cosa importa? Tutte le convinzioni vanno rispettate quando sono sincere. Bisogna essere tolleranti a questo mondo, e mostrandosi tale si guadagna un tanto anche nella pubblica estimazione. E poi... e poi i tempi si fanno difficili; la marea cresce, cresce ad ogni ora, spaventosamente; e se la Monarchia, a forza di democratizzarsi, andr

Le persone, alle quali una squisita pieghevolezza di fantasia concederá di sentire vivamente la fragranza di questo fiore dell'India, ne sappiano grazie alla duttilitá delle lor fibre; ma sieno tolleranti altresí del contrario parere di coloro che dalla natura hanno sortito minore versatilitá d'immaginativa . Per ultimo... |Uno de' lettori|. Benedetto quel «per ultimo»! Finiscila una buona volta.

Rassicuratevi dunque; ma badate: le condizioni d'armonia, di concordia civile, delle quali andiamo alteri e che darebbero al nostro risorgere un carattere perduto in Francia e minacciato in Inghilterra, non dureranno se non ad un patto: che siate antiveggenti, giusti, devoti al progresso comune, come le classi operaje sono pazienti, tolleranti, devote alla Patria più che ai loro vantaggi materiali. Ogni diffidenza non meritata irrita chi ne è fatto segno: ogni accusa come quelle che, vergognando per chi le scrisse, abbiamo citate, infonde inconscia una amarezza nelle anime che può produrre gravi effetti più tardi: ogni perenne oblìo dei diritti creati da sacrificî compiti a una classe di fratelli, può suscitare in essa il pensiero di conquistarli colla forza, cieca sempre e travalicante oltre il segno. Pensateci. Al noncurante egoismo degli agiati di Francia, all'imprudenza d'un sistema col quale i vincitori d'un giorno negarono al popolo che aveva combattuto per essi il programma politico ed economico conquistato, è dovuta gran parte dei traviamenti e delle esagerazioni che lamentate e lamentiamo con voi: abbandonata e delusa, la classe artigiana seguì per diverse vie quanti agitatori, repubblicani o dittatoriali, furono ad essa più larghi di speranze e promesse. Gli operaî italiani hanno da ormai cinquant'anni dato l'obolo e il sangue a quanti nobili tentativi vi guidarono al possesso di quanti diritti di elettorato, di stampa d'ufficî or voi possedete: non lo rammentano adesso perchè vedono tuttora mutilata l'Unit