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Aggiornato: 21 giugno 2025
Ella non s'inteneriva, col viso chiuso, con le sopracciglia aggrottate, piena d'ira e di disprezzo contro questa Clara tanto colpevole, e rispondeva, duramente: Io sono stata sempre cattivissima. Chi sa.... mormorava lui, nella semplice clemenza del suo animo chi sa per quali strane ragioni.... Non v'illudete, Giovanni: per nessuna misteriosa ragione. Non vi fate di me una figura romantica.
Come dire che Duccio Massenti era l'amante di Clara Dolores? Con qual diritto svelava ella l'intimo segreto d'una donna che non era stata per lei se non gentile? Chi l'assicurava che sua madre, facile a chiacchierare, non avrebbe portato attorno la colpa di Clara Dolores per farsi compiangere, come gi
Clara Dolores scosse il capo e aggiunse risolutamente: No. Nemmeno un'ora! Sareste perduti! Tu sei gi
Talvolta, dopo un lungo silenzio, vagamente, distrattamente, come per un moto delle labbra, ella chiedeva: Mi vuoi bene? Giovanni non rispondeva. Immediatamente, ella diventava trepida e ansante: Giovanni, mi vuoi bene? Allora egli usciva dalle sue riflessioni e vagamente, distrattamente, diceva: No. Giovanni? Clara! Hai detto che non mi ami? L'ho detto. Ed è vero? È vero.
Giovane ancora, bella di nobil bellezza, Clara Dolores si lasciava ciurmare per leggerezza da quegli empirici; e sul suo viso ancora fresco e roseo andava stendendo una maschera che, non potendo aggiungere, toglieva il colorito naturale, e a poco a poco alterava le linee e avvizziva le carni.
Talvolta, ella si alzava dal suo posto, andava verso un balcone, andava nell'altra stanza: egli indovinava che Clara rasciugava queste poche lacrime: l'avanzo dei grandi pianti antichi, Perchè ti viene da piangere, guardandomi? le domandò, infine, turbato assai di ciò, intravvedendolo. Io? No, non piango. Perchè me lo nascondi? Non sono il tuo migliore amico? Amico? Io non ho amici.
Ma un giorno la contessa Clara Dolores scosse il capo. Ella aveva da tempo rinunziato ai piaceri del mondo per stare a fianco del figliuolo, a cui prodigava un tesoro di materna sollecitudine. E scosse il capo, e rispose: Voi mi fate paura, caro amico. La gloria e il genio non hanno dato mai, a chi doveva portarne il peso, se non dolore.
Clara taceva, incapace di scherzare più. Che hai? chiedeva Giovanni. Nulla. Nulla? Ti ho rattristata? Un poco. Sono un infelice diceva Giovanni, così schiettamente addolorato, che Clara non osava proseguire la discussione. Ma, talvolta, la domanda era diretta: Mi vuoi bene? E se lui era tranquillo, senza fremiti nella sua sensibilit
In me, in me! Sono un essere malaugurato e sventurato. E perchè? Non hai amato? Troppo presto e troppo male, Clara! Non sei stato amato? Troppo tardi, troppo tardi. I tuoi ricordi saranno dolci, nella vecchiaia ella soggiunse, con una glaciale tenerezza. Io non giungerò alla vecchiaia degli anni, lo so. Fortunato te!
Sì, mamma, rispose Brunello. Sono corso qui a salutarti, e ritornerò domani sul lago. Chi c'era in villa? domandò Clara Dolores. Nicla, suo marito, e la zia Amelia. Sempre? No. Ieri Gigi è tornato a Milano e ci ha lasciati soli. Stamane dev'essere tornato in campagna. Ma perchè mi domandi? Vi ha lasciati soli, ripetè la contessa. Esitava, quasi avesse qualche cosa di difficile a dire.
Parola Del Giorno
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