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Era una notte come la prima del loro matrimonio, diafana e lieve, ma gli ultimi profumi, vaporanti in quel sonno della terra, avevano una dolcezza anche più acuta. Alcuni alberi disegnavano sulla strada grandi macchie oscure. Ella ebbe una vaga impressione di languore e si abbandonò sul suo braccio, mentre da tutta quell'ombra, che li circondava nascondendoli nel proprio mistero, le veniva nuovamente una più cupa tristezza, una inesprimibile persuasione di non essere ella medesima più che un'ombra abbandonata per una notte senza fine. Egli invece camminava con insolita vivacit

Che doveva importarmi della sua apparente indifferenza durante la giornata? Il mistero che circondava quel nostro amore mi riusciva deliziosissimo. E preparavo le domande da farle la sera dopo. Non dubitavo che la sera dopo ella sarebbe venuta a conversare con me, dubitavo però della sua potenza visiva a traverso il muro; attribuivo al caso la coincidenza delle sue risposte con la realt

Era vestito di velluto oscuro con bottoni inargentati. Le uose affibbiate fino al ginocchio coprivano un piede comparativamente piccolo e ben fatto e contornavano graziosamente la polputa sua gamba. Al collo cingeva una cravatta di seta nera ed un elegante fazzoletto di raso rosso sciolto circondava le sue magnifiche spalle annodato sul petto.

Valeria placida e pietosa se Nancy era lontana stringeva le labbra, fosca negli occhi, appena udiva Edith chiamare la piccina; e se questa correva all'appello, subito Valeria la chiamava, e la circondava con braccia gelose. Allora il volto della madre di Edith si faceva duro e il suo cuore era invaso dall'amarezza.

Aveva il Presidente Veneri nel suo equipaggio qualche cosa di somigliante a quello del senatore ministro Prina, e, da quanto mi fu detto in seguito, la servitú del Presidente, quando il popolo entrò nel cortile, creduta essere quella del conte Prina, fu ingiuriata e maltrattata. Terminato quel breve dialogo fra me e l'incognito, vidi al mio lato destro il conte senatore Thiene, il quale, essendo gottoso ed essendo stato vivamente ingiuriato quando entrò nella porta del palazzo, lentamente si avviava e non senza timore. A tale vista io mi levai dalla moltitudine, che mi circondava, e, presolo sotto braccio, gli dissi: «Venite con me, ed andremo sicuri». Passai seco i portici e lentamente scesi le scale fra mezzo alla folla del popolo, il quale rimase tranquillo, e solo udivasi un moderato bisbiglio, quale suole formarsi ove molti se ne stanno discorrendo di qualche fatto. Scese le scale, fortunatamente la mia carrozza s'inoltrò alla porta grande; ma quale non fu la mia maraviglia all'atto di farvi montare il conte Thiene e di entrarvi io stesso, veggendo in essa, sebbene non fosse che di quelle dette bastardelle, fatta per due o tre persone, tre senatori ivi rifugiatisi. Erano questi i conti Carlotti, Condulmer e Massari. Rimase in sospeso a tal visto il conte Thiene, e non senza timore; ma io presolo sotto braccio ed aiutandolo: «Salite, dissi, che in qualche modo ci entreremo tutti due». Montammo infatti, adagiandoci come potemmo; uscí dal palazzo la carrozza, ed il popolo gridando «Bravo Verri, evviva Verri» seguiva la carrozza correndo. A questa vista mi venne primieramente in pensiero di andare alla casa paterna situata dirimpetto al Monte Napoleone, e però vicina; cosí ordinai al cocchiere, lusingato che, quando fossi in detta casa, il popolo si sarebbe ritirato. Accortomi però subito della falsit

La fanciulla, vestita d'un abito nero, inelegante e povero, mostrava gli occhi stanchi per il pianto, e tutto il suo corpo si reggeva a mala pena, quasi che un peso invisibile e intollerabile le gravasse le spalle. Salita nella carrozza, fece alzare il soffietto, si rincantucciò al suo posto, abbassò il capo, e parve con la mente allontanarsi subito da tutto quanto la circondava.

A salvarlo e a renderlo meno impacciato venne a tempo l'occasione di sfoggiare tutte le sue cognizioni di orticoltore e di botanico, quando accettò di accompagnare le sue ospiti nel giardino e nel brolo, che col nome generico di vigna circondava la casa.

Ma il mondo che circondava i Casalbara era troppo lontano dalla Schönfeld per potersene interessare: le chiacchiere del contessone non potevano far danno alla duchessa.

Vedeva la mamma scendere dall'alto in mezzo a una luce d'oro; si sentiva chiamare a nome; un coro d'angeli la circondava facendole in torno una musica dolcissima, paradisiale. Oh come scendeva al cuore quella musica! quale calma metteva ne' suoi poveri nervi eccitati! «Lucia! Lucia! Era una voce sommessa e piangente che la chiamava. «Lucia! cara, povera fanciulla!