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Aggiornato: 2 giugno 2025
E, se egli è il gusto, con golositá insaziabile, con disordenato appetito volendo le molte e varie vivande, non mira se non d'empire il ventre suo, non raguardando la misera anima, che aperse la porta, che per lo disordenato prendere de' cibi viene a riscaldamento la fragile carne sua, con disordenato desiderio di corrómpare se medesimo.
e fanno un gibbo che si chiama Catria, di sotto al quale e` consecrato un ermo, che suole esser disposto a sola latria>>. Cosi` ricominciommi il terzo sermo; e poi, continuando, disse: <<Quivi al servigio di Dio mi fe' si` fermo, che pur con cibi di liquor d'ulivi lievemente passava caldi e geli, contento ne' pensier contemplativi.
Tutto ciò che era animale sembrava fondersi in quel contatto ininterrotto di forze vegetali. La completa assenza dei suoi simili, l'astensione dai cibi di carne e dalle bevande alcooliche, avevano purificato in tal modo tutte le cellule del suo io che perfino il volto, l'espressione, i movimenti erano quelli di un essere a parte, quasi un anello gettato al di l
Èscene rivendarìa delle carni del proximo suo e del tempo: come sonno gli usurai, che, come ladri, vendono quel che non è loro. Èscene golositá per li molti cibi e disordenatamente prenderli, e disonestá. Ché, se non avesse che spendere, spesse volte non starebbe in conversazioni di tanta miseria.
La vampa che se ne diffondeva mostrava gli utensili più necessari a preparare i cibi grossolani; la madia, una cassapanca, un par di scannelli; poi appiccati agli arpioni, alle rastrelliere, nasse, fiocine, bertovelli, lenze, e insieme vagli e sacchi d'un bianco polveroso come il vestire di quegli abitatori.
Io sostenni che Elli fusse abeverato di fiele e d'aceto; e tu, come animale disordinato, ti dilecti in cibi delicati, facendoti del ventre tuo Dio.
104 Senza smontar, senza chinar la testa, e senza segno alcun di riverenza, mostra Carlo sprezzar con la sua gesta, e de tanti signor l'alta presenza. Maraviglioso e attonito ognun resta, che si pigli costui tanta licenza. Lasciano i cibi e lascian le parole per ascoltar ciò che 'l guerrier dir vuole.
Ma poi ne fui noiata.... "Era povero!... Eppure egli non m'ha insultata "Quando gliel dissi! Pianse; mi baciò il volto e il seno, "Quasi per ridestarvi l'amore, e disse: Almeno "Non odiarmi!..." Venia ogni giorno, recando "Cibi e fiaschi di vino. Io ridevo trincando; "Ed ei parea tornare dalla morte alla vita "Vedendomi gioconda.
Corsi in soffitta e presentando quella superba imbandigione, mi lusingavo di ottenere almeno un cenno di ringraziamento. Non fu così. Non si degnò nemmeno di chinarsi per toccare quei cibi. Quando avrai fame mangerai e quando avrai sete berrai, dissi allora.
Michele chiamava con questo nome la lista dei cibi. Il tavoleggiante, che stava alla celia come i suoi pari, sciorinò i nomi di tutte le pietanze che c'erano, ed anche di quelle che gi
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