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La tirò fuori della folla e fattala entrare nel Caffè di Parigi ordinò al tavoleggiante di portarle un bicchierino di cognac. Certe cose producono una penosa impressione a tutti egli soggiunse. Figuriamoci poi a loro signore che sono più delicate. Finalmente Diana potè articolar la domanda tanto naturale che non le voleva uscir dal labbro. Ma scusi, professore... quale dei Bardelli è? Come?

Con quella gente, e sotto il lampo di quelle olimpiche ciglia, come fare altrimenti? Posso offrirle un assenzio? O ama meglio una tazza di caffè? Grazie; prenderò l'assenzio; rispose l'Ariberti, desideroso di mettersi subito all'altezza del personaggio. Ehi, bottega! Tre bicchieri all'assenzio! ripigliò il Priore, volgendosi al tavoleggiante. E adesso, la prego, si accomodi.

Michele chiamava con questo nome la lista dei cibi. Il tavoleggiante, che stava alla celia come i suoi pari, sciorinò i nomi di tutte le pietanze che c'erano, ed anche di quelle che gi

La grossa padrona fece da lontano un grazioso cenno del capo al Garasso; ed anche il tavoleggiante lo salutò, come si usa con le buone pratiche. Che cosa comanda! chiese il giovinotto. Ho da apparecchiare per due? Sicuramente, per due. Anzitutto del buon vino, e bada che non abbia ricevuto ancora il battesimo!

Finalmente, verso le tre del mattino, cedendo alla muta eloquenza del tavoleggiante, che pisolava in un angolo, i compari levavano le tende, per andarsene a passeggio, continuando i ragionamenti incominciati a mensa, fino all'ora in cui gli asinelli dei lattai, le ceste delle cavolaie e delle, fruttivendole, giungevano dal Bisagno, a mutare l'aspetto della piazza di San Domenico.

Con un po' di sconforto nell'anima, dopo aver girellato a casaccio un'altra mezz'ora afiaccolati e cascanti ci butammo sulle panche di un caffè di Via Grande; un tavoleggiante, giovinetto che avr

E che cosa vogliono mangiare? chiese il tavoleggiante. Il meglio della mostra, rispose il Bello, se pure c'è qualche cosa che non sia dell'altra settimana. Oh, qui c'è tutto buono, signor Garasso; e tutto fresco di giornata. Sentiamo; disse Michele, leggici la Gazzetta dello stomaco.

Costei, che non doveva essere stata brutta alcuni anni addietro, ma che le consuetudini di una mala vita avevano sciupata anzi tempo, male in arnese, discinta, con le trecce rossigne scompigliate dagli atti maneschi della pubblica benevolenza, era la tavoleggiante del luogo, e veniva a chiedergli, con aria di vecchia conoscenza, se volesse da bere.

In questi discorsi s'erano alzati da tavola e scendevano, per la scaletta, nella sala a pianterreno. Colaggiù non c'erano più avventori, e il provvido tavoleggiante aveva gi