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A sofferir tormenti, caldi e geli simili corpi la Virtù dispone che, come fa, non vuol ch’a noi si sveli. Matto è chi spera che nostra ragione possa trascorrer la infinita via che tiene una sustanza in tre persone. State contenti, umana gente, al quia; ché, se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria;

Corriamo sui massi spaccati, profilati, da dove pendono i ciuffi d'erba, nelle tane, nei bugigattoli, sui cigli di quei muraglioni erti e schistosi, che la grande architettrice ha dipinti coi licheni, lisciati coll'acqua, graffiati coll'azione dei geli... Corriamo! Dove corre il desiderio? Le gambe sono umane, umano il ventre.

e fanno un gibbo che si chiama Catria, di sotto al quale e` consecrato un ermo, che suole esser disposto a sola latria>>. Cosi` ricominciommi il terzo sermo; e poi, continuando, disse: <<Quivi al servigio di Dio mi fe' si` fermo, che pur con cibi di liquor d'ulivi lievemente passava caldi e geli, contento ne' pensier contemplativi.

e fanno un gibbo che si chiama Catria, di sotto al quale è consecrato un ermo, che suole esser disposto a sola latria». Così ricominciommi il terzo sermo; e poi, continüando, disse: «Quivi al servigio di Dio mi fe’ fermo, che pur con cibi di liquor d’ulivi lievemente passava caldi e geli, contento ne’ pensier contemplativi.

Le nevi che qui cessano in maggio per ricominciare in settembre, non si dileguano mai così che non ne appaja vestigio anche nell'estate; nella quale stagione, quando si giunga la vetta, i rigori del freddo superano talvolta i geli degl'inverni lombardi. Torbidi vapori agitati dalla continua tramontana, addensantisi spesso in negre nubi, avvolgono quasi sempre i passi del viandante che si spicchi fin l

Ora, se innanzi a me nulla s'aombra, non ti maravigliar piu` che d'i cieli che l'uno a l'altro raggio non ingombra. A sofferir tormenti, caldi e geli simili corpi la Virtu` dispone che, come fa, non vuol ch'a noi si sveli. Matto e` chi spera che nostra ragione possa trascorrer la infinita via che tiene una sustanza in tre persone.

Ma come il volto amato ebbe davanti In repentino oblìo sparse i lavori, Ed agitata ella cangiò sembianti Accesa il volto di più bei rossori; meno in Trasideo; stile d'amanti; Si destaro nel sen geli ed ardori, Chè nell'istesso punto or rosso, or bianco Interrotti sospir trasse dal fianco.

Il signor Francesco baciò ancora una volta sua figlia; poi si ritrasse, piangendo. La creatura debole, in quel punto, era egli, quel vecchio re della montagna, avvezzo ai geli del Cimone, provato, come diceva sua figlia, a tutti gli affanni della vita. Ma di questa debolezza lo scusava largamente il suo affetto paterno.

Una mente degna di non esser mortale, che dalla sua prigione di fango osò concepire il disegno di guardare in faccia l'Eterno, e scrutarne l'arcana natura, distribuendo a sua voglia i premii e le pene, ha inchiodato giù nei geli infernali quell'anima maledetta¹: , come se la divina sapienza si fosse presa cura di adempire il vaticinio di Oberto, il fine della vita di Buoso fu niente meno terribile di quello che gli aveva predetto. Il popolo, conosciuta la perfidia, acceso di sdegno rovesciò le sue case, distrusse il suo lignaggio, a lui concesse la vita. Strascinava Buoso il capo grave di avvilimento e di miseria per le vie della citt

Per quella aspra stagion fido custode L'animoso Lancastro ivi s'elesse, Che sorto da la culla, in su le prode Del bel Tamigi le vestigia impresse; Chiaro per gli avi; ma superba lode Acquistò, di sua man con l'opre istesse Tra' ferri or sotto caldi, or sotto geli Stancando il fianco, ed imbiancando i peli.