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Aggiornato: 13 luglio 2025
La padrona, vedendo che l'ospite trentino non si faceva vivo per il conto, glielo aveva fatto trovare in camera, sotto il calamaio. Lui, s'intende! aveva finto di non vederlo. Ma la sera lo trovò sul tavolino accanto al letto, spiegato sotto il candeliere; e il secondo giorno disteso, diritto, sulla padellina di cristallo, appoggiato alla candela. E d'ora in ora, quella faccia della padrona, gi
I fascicoli accuratamente legati in carta rosea, con un grosso numero nero, romano, in cima, si ammucchiavano sullo scrittoio a fianco di un ritratto di Bice, chiuso in una cornice di bronzo inverdito, elegantemente severa nel disegno. Egli sedette sulla poltrona, innanzi alla piccola candela.
La sua bocca non sorrideva come sempre; anzi aveva un non so che di sciupato, come la bocca di chi voglia reprimere un intenso piacere, un dolore acuto. Per non guardare lei, guardavo la candela gocciolante; cercavo di non pensare ad altro che agli scrosci fragorosi del vento. La fiammella si piegava, sfuggiva, guizzava, in rapidissimi fiocchi neri.
Adesso invece le scale erano buie. Ella saliva adagio, aiutandosi colla mano nel muro quando un piede mal fermo le si spostava sui mattoni slabbrati degli scalini e la faceva traballare nella paura improvvisa di cadere. Non ci deve essere in casa nemmeno un mozzicone di candela, mormorò.
Il vecchio le pose ancora una mano sulla fronte, e andò a prendere la candela per uscire. Buona notte, Tina. Buona notte, rispose la fanciulla, lasciandosi finalmente cadere le lagrime dagli occhi dentro l'ombra della camera.
Una tenera frase di Chopin, venuta da sè a frammischiarsi tra le note d'un confuso rondò, volse l'animo suo a un senso misterioso di malinconia, che richiamò immagini riposte di cose morte e lontane. Pensò alle tristi giornate del Castelletto, a sua madre, agli amici di laggiù: e intanto che le mani illanguidivano sugli avori, gli occhi si fissavano inerti alla fiamma della candela.
Corse, entrò nel salotto rossa, confusa, e al lume della candela che teneva in una mano la Contessa, ancora in sottanino e con in braccio la Rosalia, vide subito sul tavolo grande, dove avevano disteso una tovaglia bianca, il vestitino di velluto cremisi, il cavallo di legno, e poi bambole, giocattoli, aranci, dolci, mandorlato... Era la Santa Lucia che arrivava da Venezia, dalla parente dei cinque dogi.
Fu quindi con una specie di straziante ebbrezza, che ella tolse ad una ad una quelle carte dalla fascia, e senza leggerle, le bruciò alla fiamma della candela. Così pure fece di tutte le altre lettere e fogli ritrovati nello scrittoio... E quando la sua opera di distruzione fu compiuta, una specie di sorriso dischiuse le sue labbra, un sospiro profondo sollevò il suo petto.
Rigo Salvani balzò dalla sedia, corse ad abbracciare il figliuolo, e tirandolo con dolce violenza sotto il lume d'una candela, gridò: È lui, proprio lui! Ma l'ebbrezza di quell'amplesso paterno non fu lunga; il maggiore, lasciata la bruna testa del figlio, che teneva stretta nelle palme, ripigliò con accento di rimprovero: E tua madre, disgraziato?
Quanto tempo è che siete ammalata, ragazza mia? cominciò con voce insinuante, mentre la signora Veronica gli metteva dietro la sedia, sulla quale per solito stava la candela; poi andò a porre questa sul comò. Tina non provò alcun sbigottimento, ma i suoi occhi non lasciavano il viso del vecchio. Siete ben giovane! questi disse. Ho diciassette anni.
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