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Aggiornato: 13 giugno 2025


LECCARDO. Fratelli, di grazia, dopo che sarò morto sepellitemi in un magazin di vino, ché a quell'odore risusciterò ogni momento. BIRRI. Camina, forfante leccardo! LECCARDO. Forfante no, Leccardo . DON RODORIGO viceré della provincia, EUFRANONE, DON FLAMINIO.

PANURGO. Narticoforo caro, eccovi un poco di aceto, ungetevi le nari, togliete questa balla di profumi. NARTICOFORO. O mi Deus, o Iuppiter, che mostro è questo? mi incute terrore! PANURGO. Ecco, vedetela, miratela a vostra posta. GRANCHIO. A me ha fatto passar la voglia di mangiare. PANURGO. Camina qua, Cleria mia. MORFEO. No, no po... posso, pa... padre mio. PANURGO. Orsú, entra in casa.

Sempre mi son accorto, ben mio, che tu mi amavi: è del tuo sommo giudicio sprezzar i giovani e amar uomini di consiglio e di riputazione. Ma perché non entro, non volo in casa mia, in camera, in letto? Entra, vita mia: questa è tua casa. FILIGENIO. La ragion n'insegna, l'esperienza ne dimostra, l'autoritá ne conferma che camina piú tardi un bugiardo che un zoppo.

Togli anco questa catena d'oro che val quattrocento, e vedi si puoi rimediare. FORCA. Non lascierò tentar per ogni via, per amor vostro. Io vo. FILIGENIO. Camina. DOTTORE. Férmati, Filigenio, non entrare ancora: avemo a trattare alcune cose insieme. FILIGENIO. Pur hai animo comparirmi dinanzi, giuntatore: non vedo io che porti scolpita nella fronte la sfacciataggine?

PRUDENZIO. giú per quel trivio. MALFATTO. Non erano se non doi, recordatevene bene, e non tre. PRUDENZIO. L'è vero. O camina, adunque; e torna tosto. MALFATTO. Quanto tosto volete ch'io venga? com'un sasso? PRUDENZIO. E camina, poltronee! ch'in questo mezzo voglio andare ad informandum curiam. MALFATTO. Oh mastro! oh mastro! Io non li veggio. PRUDENZIO. Va' correndo giú per quella via.

PRUDENZIO. Immo, in via publica te volemo vapulare. MINIO. Ecco Malfatto, mastro. PRUDENZIO. Veni, accede, ambula. MALFATTO. , , lo farò; misser . LUZIO. Oimè! oimè! oimè! PRUDENZIO. Malfatto, non odi, no? Vien qui. MALFATTO. Oh! parlate, parlate, ché non ve adormirete. PRUDENZIO. Camina, dico. LUZIO. Oh mamma mia! MALFATTO. Che volete adesso? PRUDENZIO. Piglia costui a cavallo.

TRAPPOLINO. E va' alle forche, sciagurato! MALFATTO. Orsú! Basta. Adunque recomandami a esso e dilli ch'a lui sempre sempre... LUZIO. E camina, se vòi! Non vedi tu che parli col vento, ché colui s'è partito? MALFATTO. Be', io volevo che facessi l'imbasciata a quel compagno. LUZIO. Tutti te lli fai compagni. Non te vergogni? Ma va' bussa, va'. MALFATTO. O aspetta un poco. Tic, toc.

Ma ricòrdati, partito di qua, sollecitar Alessandro, ché solleciti mio padre a tor Melitea; e ricòrdati tornar presto con il presente. PANFAGO. E tu come sarai a casa, ricòrdati di far apparecchiar presto da desinare. PIRINO. Ma camina presto, ché non veggio l'ora di veder Melitea. PANFAGO. Anzi bisogna caminar con gravitá, col passo della picca: non sai che son ricco e mercadante?

ISOCO. O amata e desiata figliuola! MELITEA. O Dio, quanto presto sète fatto vecchio. ISOCO. Il tempo camina, figlia: tenetelo voi, ché stia fermo, e io terrò una medesima forma. Figlia, poiché hai conosciuto il tuo balio, riconosci ora il tuo vero padre. DOTTORE. Carissima figliuola, non ti ricorderesti del tuo vero nome?

Che sia strutto Amore e chi lo fe', chi 'l pruova e chi gli crede! Io mai nol vidi. TIMARO. È Siro che ragiona. Lasciamili accostar. So che camina! O Siro, aspetta. SIRO. Che vai tu cercando, Timaro? TIMARO. Sono uscito de la strada per venirti dietro, ché sentiva bastemmiar non so che.

Parola Del Giorno

branchetti

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