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Aggiornato: 6 maggio 2025
PANIMBOLO. Che Carizia non stava di voglia, che raggionava con la madre, che ci era il padre, che venne la zia, che sopraggionse la fantesca, che come ará l'agio parlará, fará, e cose simili. Ben sapete che è un furfante e che, per esser pasteggiato e pasciuto da voi di buoni bocconi, pasce voi di bugie e di vane speranze.
PEDOLITRO. Tal è, qual vi ho detto. PARDO. Come l'avete vista in Vineggia, se voi non vi sète mai stato? PEDOLITRO. Ci son stato a mio dispetto duo mesi infermo. PARDO. Se sète stato in Negroponte e venuto in Napoli per mare, come sète stato in Vineggia? PEDOLITRO. In Negroponte? e quando? chi v'ha detto queste bugie peggior delle prime? PARDO. Tuo figlio.
GIACOMINO. E questo è quel piacere che ricerco da te, che dichi una bugia per amor mio; e per questo piacere togli questo scudo e, riuscendo bene il negozio, da questo principio conoscerai se saprò remunerar bene il fine. TEDESCO. De cheste bugie noi avere grande abbondanzie e le vendemo a bon mercato, anzi per nulla.
Con lunghe meditazioni si era preparata ad affrontare quella rivelazione, che aspettava da un giorno all'altro dalla sua figliuola. Essa aveva preparato tutto un discorso fatto di mezze bugie e di mezze verit
EUGENIO. In poco tempo, vogando il remo la notte e il giorno. Che strada avete voi fatta al venir di Turchia? EUGENIO. Niuna, l'avemo ritrovate fatte. LAMPRIDIO. Che si fa, che si dice in Turchia? EUGENIO. Si fan mercanzie, palaggi e navi, e si dicono delle veritadi e delle bugie, come qui ancora. LAMPRIDIO. Mi risponde da filosofo. EUGENIO. E tu mi dimandi come se mi volessi dar la baia.
Mi sono trovato in mezzo a un fumo che mi fece chiudere gli occhi e tossire come un vecchio di sessant'anni. Non ci si vedeva. Era pieno come un uovo. Gli uni erano addosso agli altri e nessuno poteva muoversi. Creda a me che non dico bugie. Erano gli uni sugli altri come le sardine. Fu una vita da cane la notte del mio arresto. L'aria che si respirava rivoltava lo stomaco.
Tu mi fai inserpentire, inantropofagare, improcustire, inneronire: con un sgraffio ti sconquasserò tutto, ti sganghererò le mascelle e i denti, che non potrai piú mangiare. GULONE. Ed io quella lingua, che non potrai dir bugie. TRASIMACO. Ti sminuzzerò le braccia, che non ti potrai piú imboccare. GULONE. Ti romperò quella testa busa, priva di cervello, ché non vi nascano tanti grilli.
Sì, sei stata più ferma di Mimì, la quale per altro è più ubbidiente di te, e non dice bugie. Scrivi da brava. E a chi regali il mio ritratto? al babbo? No, al tuo amico Giorgio. Al mio amico Giorgio? Ma non avevi detto di regalarlo al babbo? Scrivi, presto! Ne darai un altro al babbo? Sì, gliene darò un altro. Quale? Oh Dio! Un altro, come questo! Non farmi arrabbiare, andiamo.
È stata una vera provvidenza che egli si ritrovasse sulla strada. Quella brava donna non era stata avvertita nè pregata di nulla; aveva indovinato tutto, o quasi tutto, e trovava nel suo cuore riconoscente il segreto delle pietose bugìe.
Vi ha cacciato perchè non avete voluto smettere di ubbriacarvi disse un certo Bernardo, uomo serio cui non piacevano i pettegolezzi. Ha ragione il signor Curato; non avete a rifarvela che con voi stesso. Come accade in casi simili, tutti si schierarono dalla parte di Bernardo, e Marco si sentì deriso. Ma non si diede per vinto. Bugie! Bugie!... Non è vero niente.
Parola Del Giorno
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