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Aggiornato: 8 giugno 2025
l'ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, dov'e' le trasmuto` a lume spento. Per lor maladizion si` non si perde, che non possa tornar, l'etterno amore, mentre che la speranza ha fior del verde.
Quando Omobuono Martini milanese riprodusse co' suoi tipi la Battaglia di Benevento, a me piacque preporle un Discorso intorno alle ragioni della Letteratura moderna in Italia, e il Libro e il Discorso dedicai alla egregia donna Signora Angelica Bartolomei nata Palli.
¹ Narrasi di Otari, che nel 589 dopo la conquista del Sannio, dove fondò il Ducato di Benevento, traversasse la Calabria fino a Reggio, ove cavalcando tutto armato sul lido, vista una colonna nel mare, vi spronasse il destriere, e la percotesse con la lancia esclamando: quella dover essere il termine della dominazione lombarda. Vedi Giannone. ² Cateratte, caratteri magici.
Orribil furon li peccati miei; ma la bonta` infinita ha si` gran braccia, che prende cio` che si rivolge a lei. Se 'l pastor di Cosenza, che a la caccia di me fu messo per Clemente allora, avesse in Dio ben letta questa faccia, l'ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora.
Numeri, Cap. Geremia, Cap. ultim. «Propter montem Sion quia disperiit, vulpes ambulaverunt in eo». Per questi fatti vedi i capitoli storici della Battaglia di Benevento.
Non compatiamo mai i potenti, che mal usarono la potenza. E sopratutto poi, giustizia eguale per tutti. I tre duchi potentissimi fin da' longobardi, Friuli, Spoleto e Benevento, eran rimasti tali sotto a' Carolingi.
E quando un altro professore avea messo in un mazzo il Guerrazzi e il P. Bresciani, cioè il diavolo e l'acquasanta, il pubblico non si era scandalizzato e gli avea dato ragione. Gliela aveva anzi data anticipatamente, cominciando a lasciar da parte le Battaglie di Benevento, gli Assedii di Firenze, le Beatrici Cenci come armi gi
La rivoluzione napoletana era caduta in Napoli dopo avere esaurito ad una ad una le conseguenze fatali di un primo errore; dopo aver negato sui primi giorni la tendenza nazionale col rifiuto di Pontecorvo e di Benevento, citt
«Bel Cavaliere,» favellò Carlo facendosi presso a Ghino «tu dunque ci prometti una battaglia prima di entrare in Benevento?» «Cavaliere di ventura, pensi ch'io mi sia aggiunto ai tuoi nemici per vederti trionfare?» «Nè più gradita, nè più cortese ambasciata potevi farci di questa; abbine in guiderdone questo nostro stocco....»
Nella carcere di Benevento mi trovai con un altro condannato di ventidue anni, che aveva mozzato il capo alla ragazza che non voleva più sposarlo. Si chiamava Muscischio. Respinta la rinnovazione del processo, venne isolato in una stanza, al cui uscio era stata messa una guardia che non doveva fare altro che tenerlo d'occhio dalla spia. Rimase dieci giorni tra la vita e la morte.
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