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Mi veniva per casa un giovanetto di diciannove anni, poeta: alto, magro, biondo, lezioso; stabilito a Roma colla famiglia, si tratteneva però volentieri a Milano; portando un bel nome, aveva molte conoscenze; corteggiava le signore con arte precoce e con sonetti così lacrimosi da farlo creder Geremia redivivo.

La barba avea lunga, rabbuffata e grigia; la pelle, simile a quella che Geremia deplora nei figliuoli di Sion, tinta di cenere come il pavimento del forno . Si avviluppava dentro un ampio tabarro: le gambe e i piedi, l'uno soprammesso all'altro, aveva calzati di sandali, giusta il costume degli uomini del contado di Roma.

Il Vigo veniva da Acireale a Catania, due volte la settimana, con le tasche del largo soprabito piene di manoscritti e di stampe; quando le tasche non bastavano, serviva da tasca la tuba. In un appartamentino affittato a posta ci radunavamo con lui il povero Beppino Macherione (morto di tisi, a Torino, a 23 anni e che il Vigo amava come figlio) Gioacchino Geremia (che allora non accennava neppure di dover essere il disgraziato che fu poi) ed io che allora faceva il second'anno di legge all'Universit

Ben detto! ha ragione il comandante! soggiunsero molte voci. Ma, io dico.... balbettava Geremia. Io dico che l'uomo.... È ubbriaco! proseguì un altro, daccanto al beone, dandogli sulla voce. Ubbriaco io? io che ho bevuto appena tre bicchieri di vino? Bevine un quarto, interruppe il Martini, e falla finita.

Nella confessione o, come diciamo noi Lombardi, nello scuruolo, i frati ripetevano a muta le lamentazioni di Geremia, e il racconto così semplice e così appassionato della morte di Cristo.

Il comandante, a cui era rivolta questa burlesca domanda dell'ubbriaco (e lo dimostrava il gesto di Geremia, che accostava militarmente la palma rovesciata dalla mano alla visiera del caschetto), rispose asciuttamente: , avete ragione; ma se fate chiasso fin d'ora, darete la sveglia ai nemici, e non si potr

Se leggiamo poi il nome della piazza più vicina alla Sinagoga troveremo che porta quello di Piazza delPianto, dalla chiesa di S. Maria detta del Pianto, e se mai vi fu nome che si attagliasse al popolo di Geremia, si è questo; poichè non vi fu certamente popolo che abbia versato tante lacrime, quanto quello degli ebrei di Roma. Sulla piazza del Pianto un antico palazzo sorge fra due chiese.

Numeri, Cap. Geremia, Cap. ultim. «Propter montem Sion quia disperiit, vulpes ambulaverunt in eo». Per questi fatti vedi i capitoli storici della Battaglia di Benevento.

Il vizio era personificato dal culto di Venere, la quale a Babilonia era adorata sotto il nome di Militta. Il profeta Baruch si lamentava con Geremia sulla turpitudine dei tempi; Geremia nella sua lettera agli ebrei due il re Nabuchodonosor aveva condotti in cattivit

I neviím comprendono tutta l’epoca storica del popolo nostro, dalla morte di Mosè all’esilio babilonese; e constano del libro di Giosuè, di quello dei giudici, dei due libri di Samuele, dei due Re, degli immortali scritti dei tre profeti maggiori Isaia, Geremia ed Ezechiele vissuti alla fine del primo Tempio e al principio della cattivit