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Aggiornato: 7 maggio 2025


Molto probabilmente in questo incendio la residenza dei duchi di Spoleto andò perduta.

A giudicarne dal poco tempo che il Mastai cinse la spada si ha da credere, che in onta al suo panegirista anch'egli si reputasse legno da cavarne po' poi un Giulio Cesare o un'Alessandro Magno; però di corto barattò la spada in aspersorio, e l'elmo per la tonsura: andò compagno a Monsignore Muzi nell'America meridionale donde tornato nel 1825 resse prima l'ospizio di S. Michele, poi fu arcivescovo di Spoleto, e vie via vescovo d'Imola, e Cardinale senza infamia, e senza lode.

Consegnammo le nostre valigie al sergente dei carabinieri, raccomandandogli di portarle a Monte Rotondo, ove la brigata doveva soffermarsi qualche giorno per completarsi di nuove reclute, e riorganizzarsi. E subito, profittando della frescura mattinale, liberi e lieti come due capriuoli, uscimmo da Spoleto, e in marcia!

Quando entrai in Spoleto si cancellò dalla mia mente l'imagine di ogni antico ricordo; sulla bella spianata una folla di gente elegante si pigiava; le strade erano simpatiche e linde, le case moderne, ed un'aria di sereno benessere dava l'impressione più gradevole di una vita gaia e tranquilla.

E resistente ancora Pavia, Carlomagno s'avviava per la pasqua del 774 a Roma; dove intanto papa Adriano stava accettando dedizioni di cittá italiane, e di longobardi che correvano a farsi tosare a modo romano, e perfino d'un duca di Spoleto che gli si faceva vassallo.

Presto raggiungemmo la cima del Somma, dove i buoi furono staccati. Di qui si scese per la strada che costeggia una gola simile a quella percorsa all'insù, e che corre per sei miglia attraverso splendidi monti; dopo poco ci si presentò meravigliosamente la vecchia Spoleto e sotto a noi la valle del Clitunno, e la pianura ove scorre il Tevere. Uscendo di mezzo ai monti, Spoleto appare bella come nessun'altra citt

Quando più tardi l'impero cadde con gli Ottoni e passò alla nazione tedesca, gl'imperatori si impadronirono del ducato, e non vi fu più a Spoleto dinastia ereditaria. In seguito Spoleto fu annesso alle terre della contessa Matilde, come anche Ancona, finchè i papi con lusinghe ed astuzie riuscirono ad impossessarsi di quel ducato, sul quale gi

Proseguendo lungo la sponda, nella direzione di Anguillara, dopo aver attraversato parecchi tratti paludosi, m'imbattei in una grossa mandra di giovenchi e di splendidi tori che minacciava di tagliarmi la strada. Chiamai un pastore in aiuto e questi mi accompagnò per un certo tratto, minacciando con la sua lancia i tori e gridando loro delle parole di comando. Costui, che era dei dintorni di Spoleto e faceva il pastore per vivere, mi condusse in un luogo dove aveva stabilito la sua solitaria dimora: era una specie di grotta sulla sponda, ombreggiata da un albero. Mi sedei ed ammirai estatico l'azzurro lago, dal quale qua e l

Quel tratto di paese, che dopo il 1100 formò il marchesato del Finaro, era compreso per lo innanzi nel marchesato di Savona, e facea parte del patrimonio di quel famoso Abramo, che la leggenda disse nato d'ignoti pellegrini e rapitore d'una figliuola di Ottone I, ma che la storia chiarisce figlio d'un conte Guglielmo, venuto di Francia, con trecento lance, in aiuto al marchese Guido di Spoleto.

Vedesi che tenevan quasi tutta la Venezia, salvo Padova con quelle sue lagune ove veniva sorgendo la cittá di lei figliuola; tutta l'antica Insubria e Liguria, salvo Genova e sue riviere; e tutta Toscana e il mezzodí d'Italia, salvo Ravenna e alcune altre cittá alla marina orientale, e Napoli e poche altre alla occidentale, e Roma in mezzo isolata e compressa tra i due potenti duchi di Spoleto e Benevento.

Parola Del Giorno

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