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Scese in Italia con poca gente, pochi danari, s'abboccò con Bonifazio, risalí a Firenze, mutovvi il governo da' bianchi a' neri, che esiliarono i bianchi, e cosí Dante . L'anno appresso guerreggiò contra Federigo Aragonese, approdò in Sicilia; ma vi fu ridotto a cosí mal partito, che ne seguí finalmente la pace tra Francia, Aragona, Puglia e papa da una parte, e Federigo dall'altra, e ne rimase Sicilia a questo, secondo lo scritto per sua vita solamente, ma di fatto a sua famiglia poi . A tal fine contraria riusciva una delle ire di Bonifazio.

Erano, dico, grandi le sue spese, vasti i suoi disegni, che, non bastandogli le antiche e nuove rendite di tanta parte ch'ei possedeva del mondo, pensò far nuovo guadagno sulle monete; e del 1540 lo scudo d'oro di Castiglia, Valenza ed Aragona, che prima batteva del pari con li ducati d'oro veneziani, fiorentini, senesi, ongari ed altri, che erano allora di tutta bontá di 24 caratti o poco meno, ridusse a bontá di caratti 21 soldi 18, che a conto veneto si direbbe «pezo 108 per marca», e ne diminuí eziandio di tre grani il peso, nel modo che tutt'oggi vediamo le mezze doppie di Spagna, non altro volendo dire una doppia che una moneta da due scudi d'oro o sia un doppio scudo d'oro.

Questi pensieri, benchè non proprio colle stesse parole, perchè non avevo sotto gli occhi un certo libricciuolo di Emilio Castelar, io volgeva in mente entrando in Aragona.

Cosí pressato, questi conchiudeva un nuovo trattato, per cui anche Sicilia era abbandonata all'Angioino. Ma sollevaronsi i siciliani, gridaron re Federigo fratello minore dell'Aragonese; e il sostenner poi generosamente, fortissimamente in lunga guerra contra Napoli, Francia, ed Aragona stessa.

Don Cristoval toccava un tasto assai delicato. Castiglia e Leone vegliavano gelosamente alla custodia dei loro diritti. Nel matrimonio della loro regina col re di Aragona si preparava la unione delle due parti di Spagna in un solo reame; ma per intanto, uniti i sovrani, restavano distinti i diritti; il regno più vasto voleva essere assorbito dal più piccolo. Morta la regina di Castiglia e Leone, sotto colore di far rispettare gli obblighi che per isgravio di coscienza avesse ella potuto assumere in suo vivente (e qui si vedeva la mano del clero di Castiglia, le cui ragioni di classe si confondevano con quelle della patria dignit

Ciò non fu immediatamente dopo la conquista, perchè fino al gennaio 1285, i suoi titoli erano: ammiraglio di Aragona e di Sicilia, signor di Castiglione, Francavilla, Novara, Linguaglossa e Tremestieri. Da un diploma del 25 gennaio 1285, nei Mss. della Biblioteca comunale di Palermo Q. q. G. 1, pag. 147. Bart. de Neocastro, cap. 85. Bart. de Neocastro, cap. 86.

Ma pensate, signori, insisteva il Ximenes, senza ribattere quell'argomento ad hominem, pensate che molte cose con un po' di buon volere dall'una parte e dall'altra s'aggiustano. Castiglia ed Aragona, finalmente, che sono? Non forse la Spagna? la Spagna antica, che le discordie avevano disfatta, aprendone la via al Moro infedele? la Spagna nuova, che dobbiamo saldar meglio nelle leggi e nei cuori?

Aragona! Quante vaghe istorie di guerre, di banditi, di regine, di poeti, d'eroi, d'amori famosi ridesta nella memoria questo sonoro nome! E qual profondo senso di simpatia e di rispetto! La vecchia, nobile ed altera Aragona, sulla cui fronte brilla il più splendido raggio della gloria di Spagna! Sul suo stemma secolare sta scritto a caratteri di sangue: Libert

Vado in chiesa, a San Giacomo degli Spagnuoli, a pregare pe' miei antenati. Sa lei che io discendo dagli Aragona, dal grande Alfonso? Il soldato si volse, sorpreso. Con un sorriso concessivo e dignitoso, inoltrando le dita nel pesce fritto, di cui poi si mise un pizzico in bocca, donna Clorinda soggiunse, a bocca piena: Verrò da voi lunedì. V'accomoda? Ma mi dovete giurare di venire.

Pazienza per me, che sono sua figlia; diss'ella. Ma contro i diritti di Filippo! È orribile, sai? Son pazza.... pazza io, perchè amo! Così avess'egli veramente amata mia madre, che non vedrei sul trono di Aragona la sua Germana di Foix! Ed è della sua cancelleria, lo scritto; soggiunse, guardando ancora il foglio malaugurato.