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E pure nel corso di quel secolo fa di mestieri ch'ella fosse nuovamente diminuita, mentre nell'ordinazione di Ferdinando primo imperadore, fatta l'anno 1559 nella dieta d'Augusta sopra tutte le monete dell'imperio e loro bontá e valuta, cosí d'oro come d'argento, io trovo che li ducati d'oro, detti ongari, di bontá di carati 23-1/3, e di peso a 67 ducati la marca di Colonia, valevano in Allemagna carantani 104 l'uno, che sono carantani 6988 la marca d'ongari; e perciò una marca d'oro fino di 24 carati valeva carantani 7167.

Ma per lo contrario le doppie di qualsivoglia nazione non sono giá prese in que' paesi in altro conto che a oro in pezzi, onde chi ne porta e vuol farne soldo deve consegnarle alle zecche, dove, fuse prima e fattone saggio, gli vengono pagate secondo il peso e la bontá che le trovano avere, ché non sono della finezza del zecchino e degli ongari, stimata da tutto il mondo.

In Turchia stessa, che pur troppo è la piú vicina a noi, non corre quasi altra moneta che reali di Spagna, zecchini veneti ed ongari d'Allemagna; ed all'incontro, ancorché sia vero che i reali di Spagna sono sempre in giro di mercanzia e commercio, onde ne ritornano spesse volte somme grandi in cristianitá, sono rarissimi i sultanini.

Se non che, essendone stati introdotti d'inferiore bontá, battuti senza dubbio in altre zecche, che hanno voluto imitare per guadagno il conio, come pur troppo anch'oggi vien praticato, hanno perduto di credito, sicché adesso solo al pari degli ongari hanno corso; essendo cosa certissima che la serenissima repubblica veneta non ha giammai alterato del minimo le antiche sue leggi circa la finezza del suo zecchino, mantenuto sempre a tutta perfezione di 24 caratti.

Che però non è maraviglia se sono cercati gli ongari ed incettati per lire 17 e mezza e sino per 18 lire l'uno; perché, volendo valutarli anche a ragione di marche 14-3/4 d'argento in traeri per una d'oro, dovrebbe valer l'ongaro soldi 366 e mezzo, che sono lire 18.6 e mezzo.

Anche i turchi modernamente, sebbene per molte cittá e in molti regni battono monete d'argento, cioè a dire aspri e pacasi, che sono le loro monete minute, nondimeno non hanno zecca per battere oro, fuorché una sola nel Cairo, ove battono li scheriffi o siano sultanini, qualche poco inferiori di bontá al zecchino di Venezia, ma per lo piú eguali o anche migliori degli ongari d'Allemagna.

Al presente dunque ella dalla Spagna principalmente le riceve, sebbene non poco oro ancora in ongari viene dalla Germania; ond'ella deve conformarsi quant'è possibile alle proporzioni principali di Genova, che può dirsi il vero magazzino di queste preziose paste.

Li nobili stessi, che riscuotevano le entrate loro a fiorini, trovavansi con la metá delle primiere entrate, mentre per far 1000 ongari bastavano giá seimila fiorini d'affittanze, ed ora meno di dodicimila non ci volevano a farne il cumulo.

si dolsero tampoco le soldatesche, se non quando, men d'un anno dipoi, cominciarono le nuove monete col proprio rossore a confessare il loro mancamento, e tutt'a un tempo vedersi il regno esausto quasi del tutto d'ogni altra moneta buona, mercé che, non accettata la nuova moneta dagli esteri se non per quanto valeva, che era appunto la metá di quanto in Polonia era valutata, chi aveva a portar soldi fuori di Polonia, cercava ongari, taleri e urti vecchi, che perciò quasi tutti fuori di regno erano ormai passati; anzi que' pochi ch'erano restati, chi ne aveva bisogno, li pagava molto piú del primo valore.