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Aggiornato: 2 giugno 2025
Il duca d'Ossuna aveva chinato più volte il capo alla progressione oratoria dell'arcivescovo di Toledo. E pareva che approvasse: ma non faceva altro che accompagnare col gesto quella enumerazione di meriti. Infatti, come quell'altro ebbe finito, così egli parlò, ribattendo: Molte cose si potrebbero rispondere alla Eccellenza Vostra. Poche ne diremo, stretti come siamo dal tempo. Si ricordi quanta parte abbia avuta nella gloria del regno la grande Isabella; e solo può dimenticar la regina, chi ha mostrato di dimenticare la donna. Aragona ha ceduto Napoli alla Spagna, non potendo tenerlo per sè, con dinastia separata e con forze troppo inferiori al bisogno. Che io dica il vero, lo dimostra il fatto che il re d'Aragona, dovunque non vide la pronta utilit
E, fra gli altri, el Belo, a cui la mercé del signore Francesco Orsino de Aragona abate de Farfa gli ha donato possessione e campi: di sorte ch'egli, per quello ch'io ne intendo, l'ha fatto ritornare ai studi da' quali, per essere poco pregiati appresso dei piú, allontanato se n'era. RUFINO. Ed io l'ho inteso molto da molti lodare; ma un fiore non fa primavera.
Allor Pietro manda intorno la grida della misera condizione dell'oste, e ch'uno sforzo la metterebbe al nulla: fa bandir da Alfonso la levata in arme in Aragona: ei stesso chiamavi i Catalani; da tutti con maggiore alacrit
Ecco la mingherlina figura di D. Giovanni Fogliani de Aragona, Marchese di Pellegrino (che però non è il nostro diletto monte!). Chi gli avrebbe mai detto che in un momento d’inconcepibile tumultuazione delle maestranze sarebbe stato mandato via? egli così affezionato al paese, egli che ne cercò, come meglio seppe, il pubblico bene, che ne sostenne con larghe limosine i poveri, ne protesse in ogni maniera la sicurezza! Oh andate ad aspettarvi la gratitudine dei popoli! Che bel parruccone questo suo! Dal 1770 in poi non se ne vide uno più prolisso; come non si vide viceregno più lungo del suo; la bellezza di quasi diciott’anni! Il suo naso potrebbe far credere ad un avido succhiatore di sangue; ma le sue opere furono di uomo bonario quasi altrettanto che il Principe di Caramanico, col quale ebbe parecchi punti di somiglianza. Perchè, entrambi ebbero un gran debole per le feste e la nobilt
Di Camillo Da Monte Varchi Mosso da l'alta vostra chiara fama, di cui per tutto il mondo il grido suona, vengo cantarvi anch'io Tullia Aragona, cui chi più sa, più sempre ammira e ama. E s'adempir potessi ardente brama di salir l'alto monte d'Elicona, qual voi n'arrecherei degna corona, ch'al ciel vi porta, che vi aspetta e chiama.
Ne ho sentito parlare abbastanza in otto giorni di viaggio attraverso Catalogna ed Aragona; rispose il capitano Fiesco. È una giunta che non iscaricher
A questo aggiungon fede, non ostante il divario delle circostanze, il Montaner, Giachetto Malespini, il Villani, e sì una lettera di re Alfonso di Aragona a Eduardo d'Inghilterra, nella quale trattando di pace con Carlo II si afferma condannato lui dai Siciliani, e scampato dal re.
Pisa intanto decadeva; Aragona toglievale la Sardegna . In Lombardia si moltiplicarono le guerre di cittá a cittá, il sorgervi, cadervi, risorgere, estendersi e rimutarsi signori o tirannucci cosí, che ci è impossibile oramai lo stesso accennarne.
«Figlio generoso di generoso padre, noi non dubitiamo della tua prodezza; se tu avrai il senno del Benincasa, oltre il nome, e il sembiante, non sapremmo qual differenza sarebbe tra voi; pure tanto mi giunge gradita la tua offerta, che noi vogliamo, sebbene giovane, affidarci a te solo: se il fine del nostro regno è fisso lassù, se la stirpe di Federigo non deve più reggere le terre di Sicilia, tu condurrai in salvo la moglie, e i figli nostri, a Lucera, o meglio a Manfredonia.... Mia diletta, tu riparerai, come o piace, in Epiro presso tuo padre, o in Aragona alla Corte di Piero: certo tu avrai perduto la corona, perduto me tuo consorte, che avresti amato anche senza corona; ti rimarranno i figli. i figli, Regina, sostegno ai tuoi anni cadenti, consolazione delle passate sciagure; il sapervi salvi anche dopo la mia morte, m'invigorisce lo spirito.
In Aragona si può dir che si parla il castigliano, anche dal popolo minuto, benchè con qualche storpiatura e qualche barbarismo; ma allo spagnuolo delle Castiglie basta una mezza parola per riconoscere l'aragonese; e non c'è castigliano infatti, che non sappia imitare quell'accento, e non lo metta, all'occasione, in ridicolo, per quello che ha di rozzo e di monotono, presso a poco come si fa in Toscana della parlata di Lucca.
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