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«Dunque diceva quella voce Marta, il saio, il cordone, il crocefisso da pormi fra le mani, vi è tutto? «Che è questo! sclamò Giuliano, ad alta voce senza avvedersene; e l'affanno gli crebbe. «Oh! non l'avete udito? seguitò al suo grido la voce di dentro: Dio della misericordia, egli viene il mio figlio, aprite; oh mio figlio

Possibile?!... Pierino continuò a stracciare le pagine, a cercare, a cercare rapidamente nell'una e nell'altra, indietro, avanti, senza accorgersi intanto che il tempo passava. A un tratto un pugno forte, poi un altro, scossero l'usciolo sconnesso e mezzo sgangherato. Aprite, Laner! Era la voce del bidello. Il libro sparì di colpo, precipitò nel vuoto, con un rumor cupo, sempre più basso.

Omar e Fathma, quantunque si trovassero in una posizione terribile non si perdettero d'animo. Aiutandosi vicendevolmente, adoperando le mani, ed i piedi e persino i denti, in meno che lo si dica raggiunsero il davanzale e si slanciarono nella stanza ritirando in furia la corda. Erano appena entrati che si udì picchiare furiosamente alla porta. Aprite! comandò una voce imperiosa.

Ah! sclamò Don Domenico come allocchito, se voi apprendete la lingua nei cattivi dizionari, se voi avete dei principj, aprite una finestra e gettatevi nella corte.... Questo mondo non è per i gaglioffi, soggiunse Don Domenico, con umore, alzandosi. Scusate, signore, disse Don Diego, accorgendosi d'aver offeso l'impiegato che da una mezz'ora gli parlava a cuore aperto. Perdono, davvero.

Nina Vannucci Nina Vannucci Vannucci Nina Vannucci Siede al suo posto. Scrolla il capo. Si passa una mano sulla fronte. VANNUCCI, FERDINANDO e NINA. Ferdinando Signor Vannucci! Vannucci Ohè, chi mi chiama con tanta furia? Ferdinando Signor Vannucci! Presto presto, aprite, chè la Nina è svenuta! Vannucci Nina? Nina? Vannucci L

Vi venga la peste! esclamò l'altro a bassa voce, rimettendosi: si sveglia così la gente! non so che mi è parso.... Che cosa c'è dunque.... Picchiano. Tom.... tom.... Sentite? continuò mastro Vanni. Chi può essere a st'ora e con sto tempo?... Tom..... tom.... Che sia successa qualche diavoleria, e.... Sst, fece Sciaverio; poi con voce minacciosa gridò: Chi è? Io.... aprite.

Sta bene, risponde l'abate; aprite, ed attendete di fuori. Il castellano obbedisce. Allora l'uomo avvolto nel mantello passa innanzi, entra, e si richiude l'uscio alle spalle. Il castellano, che era restato a guardare, gitta un sospiro ed esclama: Senza neppure confessarla!

Sicuro, si chiama Carlo Tebaldi. Bianca Questo signore non lo conosco e non mi conosce. Non temo di essere compromessa. Aprite. Francesco Andate poi a dire che questa donna non mi ama. Bianca Francesco Carlo e Bianca Francesco

ESSANDRO. Eccola. Tornate presto e serratevi dentro; e quando io batto, aprite tosto. GERASTO. Vado. ESSANDRO. Io era disperato del tutto; ché, venendo adesso Narticoforo ed incontrandosi con lui, il fatto era spacciato per me. Egli pensandosi che vada a trovarlo, stará tutto oggi dentro; tra tanto con Panurgo pensaremo alcun rimedio.

Chi è giú? che dimandi? GUGLIELMO. Apri, Armellina mia. ARMELLINA. Se vieni da casa calda, hai bisogno di qualche rinfrescamento. GUGLIELMO. Ho bisogno del malanno che Dio ti dia! ARMELLINA. Buone parole in casa d'altri! GUGLIELMO. Mi avete mosso la còlera; e se non mi aprite, buttarò le porte per terra. ARMELLINA. Con un poco di acqua ti rinfrescaremo la còlera.