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Aggiornato: 15 giugno 2025
Oh! come è bello! sclamò il duca, guardando il viso di Bianca, e per conseguenza volgendo le spalle alle cascate. Bianca partì in uno scroscio di riso e disse: Piede a terra, allora, mastro Alain. Lo staffiere prese i cavalli. La principessa si appoggiò al braccio del duca, e cominciò a discendere il burrone. Aprite dunque il vostro paracqua diss'ella; noi andiamo...
Appena fu solo egli precipitò dall'altra, salì una scaletta segreta e si trovò nell'ala sinistra del palazzo, all'uscio dell'appartamento dei due amanti, mentre gli altri giravano dal lato opposto della villa. Bussò, nessuno rispose. Gridò sommessamente: Aprite, aprite per carit
Nei capelli neri e lucenti, sul seno della fanciulla, sugli altari, nei pranzi e sulla tomba, sul davanzale dell'umile finestra e sulla terrazza del sontuoso palazzo, avunque brilla un fiore, ovunque è un profumo d'amore. Il mese di maggio è arrivato e mille angioletti dalle rosee ali l'accompagnano. Sono i fiori. Aprite, aprite le vostre finestre, apritele al sole, al profumo dei fiori.
Aprite, Laner! E il bidello tirò un altro pugno ancora più forte contro l'uscio. Pierino aprì, mostrandosi pallido, confuso, al bidello che lo afferrò subito per un orecchio, come don Giuseppe lo agguantava per la cuticagna. È un'ora che siete qui! Vi ho veduto entrare! Non è vero.... potrei giurare.... ma un'altra tirata di orecchie e un forte scossone gl'impedì di farsi spergiuro.
S'è chiusa dentro disse Chiarina, che guardava pel buco della serratura. E si mise a picchiare anche lei. Che volete? Chi volete? Riconobbi la voce aspra, incollerita della vecchia. Aprite! C'è un signore! Virginia non riceve! urlò la vecchia, di dentro. Ma cerca di voi! Vuol vedervi! È il vostro innamorato! Cristo! fece il donnone, intervenendo V'ho detto via! Via tutte!
Anche il tuo capo amato mi pesa.... Aprite, aprite quella finestra, ch'io respiri ancora una volta quell'aria... che tanti felici respirano. Ringagliardiva la febbre; ed egli ansimava, si agitava irrequieto, si levava sui fianchi, agitando le braccia, come se cercasse di aggrapparsi a qualche cosa. Povera creta! esclamò egli. A che ti affanni? Vuoi tu vivere per forza?
Risvegliatevi da questo amor terreno in cui gran tempo dormito avete, e aprite gli occhi alla luce della veritá; e se non potete con la propria virtú, innamoratevi della gloria che vi solleverá, ché la madre della vera gloria è la propria virtú.
E dal di fuori si tornava a picchiare, ed una voce dolcereccia cacciava dentro pel buco della toppa queste parole: Aprite: son io. Gli è proprio lui. Mi vien voglia di rispondergli che in casa non c'è nessuno. Antonio fece forza per darsi un contegno tranquillo ed un fermo aspetto, e si mosse per andare ad aprire.
Ben mi fia aperto: ché, or che Calandro è con la vaga scanfarda condotta da me per la via di lá, voglio ire a narrare il fatto a Fulvia che so ne creperá delle risa. Ed invero la cosa è tale che faria ridere li morti. Bei misteri doverranno essere li loro! Or vado a Fulvia. FESSENIO fuor de l'uscio. SAMIA dentro. FESSENIO. Tic, toc; tic, toc. Sète sordi? Oh! oh! Tic, toc. Aprite. Oh! oh! Tic, toc.
«Aprite al Re!» urlavano cento voci; e quelli, riconosciuta l'Aquila di argento, schiudevano la porta.
Parola Del Giorno
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