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Aggiornato: 28 giugno 2025
E la sapienza era, che 37 anni dopo la morte di Cristo, del tempio non restava più pietra sopra pietra, Gerusalemme nido di volpi, il popolo d'Isdraele proprio affogato nel sangue, imperciocchè la guerra a lungo andare sia inevitabile tra popolo servo, e popolo tiranno, e gli Ebrei l'avrebbero forse vinta se in tempo traevano profitto del fermento rivoluzionario, il quale opera in due maniere: dal canto tuo ti cresce le forze con lo entusiasmo, dal canto del nemico gliele scema, ed anco gliele strugge dove abbia del bacato dentro, come appunto ne aveva lo impero romano oggimai volto al tramonto.
37 In luogo di trionfo, al suo ritorno, facemmo noi pensier dargli la morte. Restammo poi, per non ricever scorno; che lo veggi
37 Ella volgea i begli occhi a terra invano, che bagnavan di pianto il viso e 'l seno, e vedea il lito andar sempre lontano e decrescer più sempre e venir meno. Il destrier, che nuotava a destra mano, dopo un gran giro la portò al terreno tra scuri sassi e spaventose grotte, gi
37 Ma più d'Amon la moglie Beatrice biasma il figliuolo e chiamalo arrogante; e in segreto e in palese contradice che di Ruggier sia moglie Bradamante: a tutta sua possanza imperatrice ha disegnato farla di Levante. Sta Rinaldo ostinato che non vuole che manchi un iota de le sue parole.
37 Con tai parole e simili altre assai, che le lacrime accompagnano e sospiri, pregar non cessa tutta notte mai perch'alla pace il suo amator ritiri; e quel, suggendo dagli umidi rai quel dolce pianto, e quei dolci martiri da le vermiglie labra più che rose, lacrimando egli ancor, così rispose: 38 Deh, vita mia, non vi mettete affanno, deh non, per Dio, di così lieve cosa; che se Carlo e 'l re d'Africa, e ciò c'hanno qui di gente moresca e di franciosa, spiegasson le bandiere in mio sol danno, voi pur non ne dovreste esser pensosa.
Bart. de Neocastro, cap. 36 e 37. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 5. Diploma del 15 agosto 1282, in Gallo, Annali di Messina, tom. II, pag. 131. Diploma del ..... 1282, nei Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. H. 4, fog. 117.
Correa pel monastero una pazzia: che si tenea per moral lavorio l'opre e i romanzi del poeta Marco, ed ogni tavolin n'era giá carco. Le universali letture erano allora le opere del Chiari e del Goldoni. Dalla ottava 37 all'ottava 46 è censura derisoria de' romanzi del Chiari. Stanza 71.
37 Poi che le parve aver fatto soggiorno quivi più ch'a bastanza, fe' disegno di fare in India del Catai ritorno, e Medor coronar del suo bel regno. Portava al braccio un cerchio d'oro, adorno di ricche gemme, in testimonio e segno del ben che 'l conte Orlando le volea; e portato gran tempo ve l'avea.
Saba Malaspina, cont., pag. 373, 374. Ann. genovesi, in Muratori, R. I. S., tom. VI, pag. 576. Pao. di Pietro, in Muratori, R. I. S., tom. XXVI, agg. pag. 37. D'Esclot, cap. 87. Montaner, cap. 54. Giach. Malespini, cap. 212. Gio. Villani, lib. 7, cap. 69. Cron. della cospirazione di Procida, loc. cit., pag. 269.
37 Per mezzo il bosco appar sol una strada: credono i cavallier che la donzella inanzi a lor per quella se ne vada; che non se ne può andar, se non per quella. Orlando corre, e Ferraù non bada, né Sacripante men sprona e puntella. Angelica la briglia più ritiene, e dietro lor con minor fretta viene.
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