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Ed ella: <<Certo assai vedrai sommerso nel falso il creder tuo, se bene ascolti l'argomentar ch'io li faro` avverso. La spera ottava vi dimostra molti lumi, li quali e nel quale e nel quanto notar si posson di diversi volti. Se raro e denso cio` facesser tanto, una sola virtu` sarebbe in tutti, piu` e men distributa e altrettanto.

Ma dimmi quel che tu da te ne pensi>>. E io: <<Cio` che n'appar qua su` diverso credo che fanno i corpi rari e densi>>. Ed ella: <<Certo assai vedrai sommerso nel falso il creder tuo, se bene ascolti l'argomentar ch'io li faro` avverso. La spera ottava vi dimostra molti lumi, li quali e nel quale e nel quanto notar si posson di diversi volti.

Fino compresa la quarta ottava è un immaginato dialogo tra l'autore della Marfisa e l'abate Chiari, uomo di carattere altero e presuntuoso. Stanza 21. Or vorrebb'esser stata ballerina, or cantatrice divenir vorria...

È un diploma di Carlo I dato il 22 giugno tredicesima Ind. , nel quale se ne cita un di Manfredi del 25 agosto ottava Ind. , dato per Joannem de Procita, e indirizzato a Risone Marra intorno l'uficio di maestro segreto e portulano di Sicilia. Questo diploma conferma che Giovanni fu cancelliere di re Manfredi.

Il Chiari, se aveva collera con alcuno, si svelenava ne' suoi romanzi, mettendo in quelli i suoi avversi in un aspetto ridicolo e abborribile, a misura del di lui cruccio e con una trivialitá plebea, sfogando persino la sua bile a farli perire per le mani d'un carnefice. Dalla ottava 57 fino alla 63 è derisoria censura delle opere del Chiari e del Goldoni e sulle replicate edizioni di quelle.

Come? disse allora la dama; siete venuto qui sul davanti e non avete veduto quella bella signora che è due numeri più indietro di noi? Ah, , la vedo. È molto bella. E non disse altro. Senonchè, per uno di quei tali contrasti che occorrono così frequenti nella umana natura, dopo essersi fitto in capo di non guardar mai quella ottava meraviglia del mondo, si fece a guardarla fin troppo.

Dalla ottava 32 a tutta la ottava 35 l'autore della Marfisa un'idea al lettore de' raggiri interminabili usati da' causidici del fòro veneto. Stanza 49. da que' che balzan giú da' campanili... I suicidii erano divenuti frequenti in Venezia. Parecchi disperati avevano scelta la morte volontaria con lo scagliarsi dall'enorme altezza del campanile di San Marco, e morivano stritolati e stracciati.

Ben è vero che nella novella ottava della Giornata quinta del Decamerone noi leggiamo di una pena sull'andare di questa, benché per colpa tutt'altra.

E cosí il debitore sará tenuto pagare con tant'altre monete simili di lega o della piú accosta, che in esse vi sia altrotanto di fino argento quanto n'era in quelle al tempo del contratto; e non si dee aver riguardo al numero delle lire, soldi e denari, col quale si spendono di presente. Ottava.

Correa pel monastero una pazzia: che si tenea per moral lavorio l'opre e i romanzi del poeta Marco, ed ogni tavolin n'era giá carco. Le universali letture erano allora le opere del Chiari e del Goldoni. Dalla ottava 37 all'ottava 46 è censura derisoria de' romanzi del Chiari. Stanza 71.