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Aggiornato: 12 maggio 2025


Come, per essempio, s'alcuno sará debitore d'una quantitá di scudi o di lire in monete italiane o spagnuole o tedesche o altre, non potendo avere delle istesse per pagare il debito, sará tenuto restituire al creditore altre monete della medesima qualitá o simili, nelle quali vi sia altrotanto di puro e di fino a peso quanto n'era in quelle prime; e ciò sará cosa facile da fare, come in questo Discorso in piú luoghi è stato descritto, e in particolare nella settima delle dodici utilitadi.

E cosí il debitore sará tenuto pagare con tant'altre monete simili di lega o della piú accosta, che in esse vi sia altrotanto di fino argento quanto n'era in quelle al tempo del contratto; e non si dee aver riguardo al numero delle lire, soldi e denari, col quale si spendono di presente. Ottava.

NARTICOFORO. Io mi contento e plus quam contento che sia Ersilia di Cintio, che quella piú di Cleria io exoptava. GERASTO. Io ti scioglio, Carisio caro; e ponendoti tu in mio luogo, credo che essendo onorato, come ti stimo, aresti fatto altrotanto a me. Ma chi è quello cosí contrafatto che mi avete condotto in casa?

Se in detti ducati 100 vi fossero state once 12 di pur'oro, fa di bisogno pigliare tanti scudi delli correnti di presente o della balla, o d'altri di maggiore o minor peso, e procedere con quest'ordine: cioè, come sarebbe a dire, in una libra di scudi di finezza di denari 22 si trovano esser once 11 di pur'oro, ed in un'oncia d'essi ne sono denari 22, e ve ne vogliono anco denari 2 di puro d'una parte d'un altro scudo, che saranno once 12 di pur'oro, e peseranno in tutto essi scudi, cioè il brutto e netto, once 13 denari 2-2/11; e in tal modo il debitore pagherá il debito con altrotanto oro puro a peso cosí coniato, e non col numero di lire finora usato.

E cosí il debitore sará tenuto pagare con tanti ducati o scudi delli correnti, nei quali vi sia altrotanto oro puro a peso quanto n'era in quelli ducati al tempo del contratto; e non si dee avere riguardo al numero o valore delle lire, soldi e denari, col quale si spendono di presente, ma solo si dee aver riguardo alla quantitá del peso dell'oro puro ch'entrava in quelli al tempo della creazione del debito.

PANURGO. Sono in vostro potere, fate di me quel che vi piace; e se questo vi par poco, giungetevi altrotanto, ch'io soffrirò ogni supplicio. Ma di grazia, ditemi, di che vi dolete di me? GERASTO. Come! di che mi doglio di te?

Parola Del Giorno

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