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Aggiornato: 28 giugno 2025


Giorno e notte andò quel senza ritegno, tanto che giunse ai liti provenzali; e trovò in Arli il suo re mezzo oppresso, che 'l campo avea di Carlo un miglio appresso. 37 Sentendo il re Agramante a che periglio, per guadagnare il regno di Pipino, lasciava il suo, chiamar fece a consiglio principi e re del popul saracino.

37 Finge ella teco, t'ama prezza; che ti pasce di speme e di parole: oltra questo, il tuo amor sempre a sciochezza, quando meco ragiona, imputar suole. Io ben d'esserle caro altra certezza veduta n'ho, che di promesse e fole; e tel dirò sotto la in secreto, ben che farei più il debito a star cheto.

Relaz. ven. S. II. vol. 2. p. 37. Relaz. ven. S. II. vol. 2. pag. 246. Innanzi però di pigliare congedo dalle Relazioni degli Oratori Veneti giovi cavare da loro, a fine d'instituire i debiti confronti quale, la gratitudine del duca Emanuele Filiberto fondatore vero della casa di Savoia verso coloro che nella fortuna avversa lo sovvennero col sangue e con gli averi. «Quelli poi che sono stati fedelissimi a sua eccellenza e l'hanno in ogni tempo servita, si trovano di malavoglia, perciocchè quando aspettavano, tornati in Patria, ed a casa di avere alcuna mercede per essersi tanto tempo trovati spogliati di quanti beni avevano, vedono che solamente si danno a loro parole, ed all'incontro a quelli che sono stati totalmente contrari a sua eccellenza si danno maggiori onori, che vi sieno e sono adoperati prima degli altri, il che mette alle volte in disperazione tale, che prometto a vostra Serenit

Montaner, cap. 37, 44. Montaner, cap. 40. Bernardo d'Esclot, cap. 76. D'Esclot, loc. cit. Montaner, cap. 38, 39. Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit.

37 Fero ad Ullania ed alle damigelle che venivan con lei, le due guerriere la sera proveder di tre gonnelle, se non così polite, almeno intere.

Si noti che l'astuto don Guottibuossi cappellano adulava ironicamente Marfisa, gran estimatrice delle dette opere, per prenderla nella rete e per farla sposa di Terigi. Stanza 37. Marco e Matteo dal Pian di San Michele, ch'eran torrenti della poesia, a don Gualtieri accendevan candele perché Terigi a un d'essi l'ordin dia...

37 Fra molti ch'al servizio erano stati gi

Ivi a fog. 37 è un altro diploma del 5 febb. a un Giordano detto Marzono per la custodia de' palagi e giardini medesimi. Capitoli del regno di Napoli del 10 giugno 1282. Il dritto di pascer gli armenti regi era certamente antico sui i feudi; ma Carlo l'abusò, come fece di ogni altra prerogativa della corona. Saba Malaspina, cont. p. 357. Capitoli del regno di Sicilia, cap. 28 e 64 di re Giacomo.

37 Poi mostra Cesar Borgia col favore di questo re farsi in Italia grande; ch'ogni baron di Roma, ogni signore suggietto a lei, par ch'in esilio mande. Poi mostra il re che di Bologna fuore leva la Sega, e vi fa entrar le Giande; poi come volge i Genovesi in fuga fatti ribelli, e la citt

Or mira questi, or quelli morti, e muove, e vuol le piaghe misurar con mano, mosso da strana invidia ch'egli porta al cavallier ch'avea la gente morta. 37 Come lupo o mastin ch'ultimo giugne al bue lasciato morto da' villani, che truova sol le corna, l'ossa e l'ugne, del resto son sfamati augelli e cani; riguarda invano il teschio che non ugne: così fa il crudel barbaro in que' piani.

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