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Aggiornato: 9 giugno 2025
Napoli abbraccia il mar, come un pöeta Abbraccia l'arpa, con cui ride o geme; Quando tranquillo è il mar Napoli è lieta, Quando è in tempesta freme. Santa Lucia, febbrajo 1876. Il ragno, che da un albero All'altro va tessendo la sua tela, Al pöeta, che smania Dietro i suoi canti, un conforto rivela.
Di questa crisi dei partiti si è tanto parlato dal 1876 ad oggi, che essa è divenuta un luogo comune; e s'intende bene che una crisi la quale dura da quarant'anni non è più crisi ma un ciclo; e come tale, nelle condizioni oggettive che la provocarono, va esaminata.
"Sappi che piangeresti in mia presenza, "Perch'io son l'illusion la più inumana; "La più caduca e vana; "L'illusion dei sepolcri: l'Esperienza!" Agosto 1876. Pietre, da tanti secoli In un bacio congiunte, Travi e barre, dall'acqua E dal sole consunte, Barcollanti casipole, Ieri viventi ancora, Oggi il Tempo vi mormora: "È giunta l'ultim'ora!"
Il sorriso ed il pianto L'esistenza è una cinica fiumana Che a ignoto mar discende! Oggi a foschi burron passa daccanto, Tra i fior domani d'un giardin risplende Sotto i raggi dell'alba, ed alla sera Rugge fra i massi d'orrenda scogliera! Quand'io ti strappo, o breve cartolina, Sento una stretta al cuore; Sento la giovinezza che declina; Penso che l'uomo tutti i giorni muore! Luglio 1876.
Io sono pertanto lietissimo di vedere accolta nella Biblioteca italiana del tanto benemerito signor Brockhaus questo leggiadro ed onesto racconto di uno de’ nostri più gentili scrittori viventi; e, per rallegrarmene, fui contento di potergli mandare innanzi queste mie poche e disadorne, ma, spero, veridiche parole. Firenze, 31 Marzo 1876.
Leggo un po' del mio Tintoretto! Questa copia, gualcita, sporca, su cui ho scritto tante volte per epigrafe i versi di Byron e quelli di Goethe, questa copia l'ho portata con me a Venezia nel 1876 e volevo abbandonarla sulla lapide del Tintoretto. C'era insieme un mio amico, e non ho osato. Oh come ho amato vedendo la pietra del pittore e pensando a Te! A Verona ero solo: volli andare a Mantova per vedere la citt
Venne graziato il venticinque aprile 1876. Ritornato in mezzo a noi, ci raccontò lo spasimo che aveva subito in quelle notti e in quei giorni. Ci diceva che il pensiero di morire non gli dava mai requie, e che, anche quando la prostrazione gli chiudeva gli occhi, il suo sonno veniva conturbato dal carnefice, del quale gli pareva sempre di sentire la voce.
A Pietro Micca morto a difesa d'Italia contro l'invasione straniera nel loco ove nacque alcuni modenesi crociati per la indipendenza della patria pronti all'armi al cessare della pace questa memoria 1848. Alla memoria di Pietro Micca morto eroicamente nel compimento di un santo dovere alcune donne delle diverse provincie d'Italia come esempio ai figli posero questa lapide il III agosto 1876.
"E se color che insultanci "Bandissero domani "Che, per pudore, debbano "Portar le brache i cani, "Io, nel veder l'eccentrica "Innovazion morale, "Continüando a ridere, "Direi: È naturale!" Napoli, 16 marzo 1876. Cesare Tronconi, l'autore della Passione maledetta e delle Madri... per ridere. Cesare Tronconi, il romanziere più calunniato e più vilipeso dagli spigolistri.
L'abate Carrel addì 19 ottobre 1876 fece uno schizzo dei ghiacciai di Valnontey che porta, oltre la sua firma, l'indicazione: «Cette vue a été prise, en montant
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