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Fui condannato alla relegazione in Siberia, per complotto; poi graziato e bandito dalla Russia. Non c'è un'altra pena più grave? Tutte le successive furono confuse in quella capitale per alto tradimento e regicidio. Ora udiste di che vi accusa il Vérod. A quelle parole il sangue imporporò la faccia del principe, i suoi occhi tornarono a lampeggiare. Che rispondete?

Il fanatismo di eguaglianza di questo popolo stimò lodevole lo spergiuro della giuria, perché il reo principale era stato graziato.

Nel Piano della Marina fermavasi la immancabile popolazione; e quando il graziato, come di frequente accadeva, era delle classi superiori, giacchè il giustiziando del ceto elevato era sempre preferito da questo, signori e civili prevalevano tra gli spettatori. Il 23 marzo del 1769 (citiamo un fatto caratteristico, benchè non vicino alla fine del secolo) «comparì

La Compagnia dei Bianchi fin dal 1580 godeva, come abbiam detto, il privilegio di una grazia annuale; privilegio che per 48 anni salvò quarantotto condannati. In uno dei dodici parti della fecondissima Maria Carolina, quello cioè del 1773 (Maria Luisa, che poi fu moglie di Ferdinando Granduca di Toscana) veniva graziato il giustiziando più vicino. Il 27 settembre 1800 il Re tornando da una gita in Bagheria e sboccando con la sua carrozza nel Piano della Marina, trovava, senza aspettarselo, un reo in procinto di essere afforcato. Beato sovrano, che poteva dimenticare una sentenza di morte da lui soscritta, e godersi una partita di caccia mentre un suo suddito agonizzava all’imminente supplizio!... La folla grida ad alte voci: Grazia, Maest

Recto tramite tutti si avviavano al luogo del supplizio, dove il Governatore faceva girare al graziato il palco della mannaia, o facevalo passare sotto le forche, baciandole, secondo che egli fosse condannato a questa o a quella maniera di supplizio. Quale impressione dovesse provare costui, immagini il lettore; certo però che «poco è più morte».

Venne graziato il venticinque aprile 1876. Ritornato in mezzo a noi, ci raccontò lo spasimo che aveva subito in quelle notti e in quei giorni. Ci diceva che il pensiero di morire non gli dava mai requie, e che, anche quando la prostrazione gli chiudeva gli occhi, il suo sonno veniva conturbato dal carnefice, del quale gli pareva sempre di sentire la voce.

Guardando da una finestra dell’albergo di Madama Montaigne, W. Goethe vide il 13 aprile del 1787 uno di questi graziati. La impressione che ne riportò non fu favorevole. Ott’anni dopo, il 20 maggio del 1795, passando dal Piano di S.a Teresa, Hager vide per caso decapitare F. P. Di Blasi: e ne restò penosamente colpito. Il futuro autore del Faust parve sorridere della toletta del graziato; il giudice dell’impostore Vella si rammaricò del giustiziato: entrambi visitatori della Citt

Libero!... Io libero!... Ma come!... Hai sbaragliato i guerrieri che mi custodivano, forse? Niente affatto; è Ahmed che ti ha graziato. Ah! l'eccellente uomo! Non dire così, Notis, disse gravemente lo scièk. Perchè? La tua grazia è costata la vita di una superba donna; Ahmed l'ha condannata all'annegamento nel lago Tscherkela.

Tosto trasalì come un condannato che vede la mannaia del carnefice levarsi improvvisamente sulla sua testa e fece un gesto di disperazione. Graziato!... Notis graziato!... balbettò egli. Questa pergamena è falsa! Non può essere... non può essere! Bada ai casi tuoi, disse El-Mactud minacciosamente. Porre in dubbio una pergamena dell'inviato di Dio è pericoloso per la testa di un uomo.

II. Quando io venghi graziato e istituito in carica in Tripoli di Sorìa in luogo di Aleppo, con quel titolo che parer