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Aggiornato: 16 maggio 2025
Non era corsa più d'una settimana da quell'incontro di mal augurio, quando un dì, poco prima dell'imbrunire, partendosi dal negozio innanzi la solita ora, e sboccando nella piazza Fontana all'angolo della casa, ove continuava a dimorar la famiglia, gli parve vedere svoltar nel portone un'altra persona, colla quale da lungo tempo non s'era incontrato.
Il Re, sicuro che gli austriaci avrebbero fatto tutti gli sforzi per riprendere l'importante posizione di Palestro, ordinava al colonnello dei Zuavi di dirigersi su quella posizione. Verso le dieci del 31 maggio gli austriaci sboccando per le strade di Robbio e di Rozano diedero di cozzo negli avamposti piemontesi che li accolse con fuoco ben nutrito.
La Compagnia dei Bianchi fin dal 1580 godeva, come abbiam detto, il privilegio di una grazia annuale; privilegio che per 48 anni salvò quarantotto condannati. In uno dei dodici parti della fecondissima Maria Carolina, quello cioè del 1773 (Maria Luisa, che poi fu moglie di Ferdinando Granduca di Toscana) veniva graziato il giustiziando più vicino. Il dì 27 settembre 1800 il Re tornando da una gita in Bagheria e sboccando con la sua carrozza nel Piano della Marina, trovava, senza aspettarselo, un reo in procinto di essere afforcato. Beato sovrano, che poteva dimenticare una sentenza di morte da lui soscritta, e godersi una partita di caccia mentre un suo suddito agonizzava all’imminente supplizio!... La folla grida ad alte voci: Grazia, Maest
Avrebbe incontrato quello che andava cercando, perchè distinto dall'Aquila d'argento che portava per cimiero, contro di essa si sarieno rivolte le spade nemiche, se una nuova gente, da lui mai più veduta, sboccando dalla via che mena alla porta dell'Abruzzo, non lo avesse circondato gridando: Svevia! Svevia!
La mattina del 26 agosto 1849, giorno di domenica, due sconosciuti, poco dopo il sorgere del sole, guidati da persona del paese, scendevano a piedi il monte delle Calvane per la pendice che conduce alla valle del Bisenzio. Si erano presentati a Montecuccoli ad ora inoltrata della sera innanzi, ed avevano chiesto ed ottenuto ricovero per quelle poche ore in casa Ciampi, da dove erano ripartiti senza dare a conoscere l'essere loro, e dopo avere fatta ricerca di chi li dirigesse verso Pistoia. Un tale Ferdinando Marcelli detto Fiorino si era offerto di condurli al Molino di Cerbaia, da dove il mugnaio, che aveva nome di ospitaliero e servizievole, avrebbe pensato al modo di fare loro continuare la via. Una qualche straordinaria circostanza aveva certamente balzati quei due per luoghi così alpestri ed inusitati; non avevano toscana la pronunzia; era il loro vestiario decente, ma non portavano seco qualsiasi oggetto di viaggio; erano pervenuti a Montecuccoli sboccando dalle boscaglie che ricuoprono i monti dell'Appennino. Nè questo solo avrebbe attirata sui due viandanti l'attenzione altrui, che anche dalle loro persone traspariva un qualche cosa di veramente singolare; l'uno di essi, di mezzana statura, dalle membra bene proporzionate, dalla barba bionda, dai capelli lunghi e ricciuti che gli scendevano per le spalle, dalla fisonomia bella, fiera, ma velata da un intimo senso di mestizia, procedeva pel primo, e faceva trasparire da tutti i suoi atti una tale sicurezza di sè, da doverlo a forza riverire ed ammirare. L'altro, bruno di carnagione e di capelli, adusto della persona, zoppicante da un piede, seguiva il compagno coll'obbedienza del soldato verso il suo capo, coll'amore previdente del figlio verso il suo genitore. Camminavano spediti, per quanto il bruno non potesse fare a meno di mostrarsi qualche volta sofferente del suo piede, e, mentre passavano al di sotto del poggio a cui sovrastano i grandiosi avanzi dell'antica rocca di Cerbaia, il viaggiatore biondo non potè fare a meno di soffermarsi a rimirare le grandezze dei tempi che furono. I suoi belli occhi celesti si saranno velati ancora più di mestizia, e forse l'istoria intera dell'umanit
Quando tu credi di uscir di tanta confusione sboccando a Ballarò, allora il frastuono accresce lo sbalordimento. Altre botteghe con altre merci si succedono come rincorrendosi a destra ed a sinistra: ed un vinaiuolo grida come nella Fata Galanti del Meli⁵⁷: ⁵⁷ Canto I, ott. 12. Tasta ch’è di Carini, veni, tasta! ed uno spillettaio: Haju spinguli, agugghi e jiditali, Haju curdedda pri faudali!
Pochi giorni dopo ch'ero arrivato a Madrid, vidi per la prima volta, sboccando dalla strada d'Alcal
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