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Bice rabbrividiva al suo braccio camminando a testa bassa, egli trepidante di una emozione a mano a mano più intensa non trovava più modo di riannodare il dialogo, mentre dalla notte profonda le foglie sospiravano lentamente, e per l'aria tiepida il volo invisibile delle nottole discendeva talora quasi sino alle loro teste con fuggevoli soffi irrequieti. La strada parve loro più lunga.

Era uno dei primi giorni di febbraio, nell'anno di grazia 1857, ed era, a mal grado della stagione, una bella giornata. A Genova le belle giornate, anco nel cuore dell'inverno, sono la cosa più naturale del mondo. Il cielo è sereno; il sole non si contenta di mostrarsi in tutta la sua splendidezza, ma vi scalda sovrammercato; l'aria è tiepida, sarei per dire balsamica. E perchè no? In questa citt

Mentre ci scostiamo, un lungo disperatissimo niiiiiitrito lacera l'aria tiepida di questo pomeriggio autunnale che la corrente gelata del Fella invernalizza a quando a quando un poco. Un cavallo agonizzante! dico a Raby.

Nel salotto l'aria era tiepida e leggermente aromatizzata da alcune pastiglie, che la contessa Ginevra aveva gittato sulle brace del caminetto, poco prima che entrasse il dottore. Vi fu un silenzio. Il salotto, di un gusto ricco e severo, in quella penombra diventava quasi cupo: solo le poltrone, sulle quali sedevano gl'invitati, e che evidentemente la padrona vi lasciava per una fine amabilit

Il Dassi cominciò a bestemmiare in dialetto romagnolo, non tanto per il male quanto per il dispetto di non vincere subito. Ci vollero le belle e le buone per indurlo a lasciarsi lavare il viso coll'acqua tiepida, e a lasciarsi mettere un fiocco di bambagia sulla ferita e una fascia in giro.

Si misero in via, con un tempaccio malinconico. Una nebbia grigia serrava la campagna circostante, circuendo gli orizzonti in una sfumatura umida e greve. Giunsero finalmente, e la carrozza si fermò sul piazzale del Santuario. La Duchessa scese, e la sua delicata personcina scomparve dietro il portone, ingolfandosi nell'ombra mite e tiepida della chiesa.

Anne-Marie era avvezza alle visite; era abituata a trovar gente che la aspettava. E vedendo questo straniero che era balzato in piedi al suo apparire, e che ora la fissava con occhi veementi e lagrimosi, ella stese la tiepida manina a salutarlo. Anne-Marie aveva gi

che fugge come fa la mosca da la pignacta che bolle, per paura che ha del fuoco: se fusse tiepida, non temarebbe, ma andarebbevi dentro, benché spesse volte egli vi perisce, trovandovi piú caldo che non si imaginava.

Benchè la notte fosse tiepida, rientrarono nell'andito. Gli ultimi discorsi furono naturalmente di Roma, ove Lamberto sperava di ritornare nell'inverno passando dalla cavalleria allo stato maggiore; quindi la signora Giulia insistè per cavare da Bice una promessa di venirli a trovare nel loro appartamento a Roma. Si capiva dalle parole che desiderava di mostrarglielo.

Momento supremo! Stanchi di rincorrersi tra i rami, gli uccellini posavano sotto la frappa, sotto la bella frappa tinta di un verde carico, vaporante all'aria tiepida del mezzodì gli acri profumi dei succhi vigorosi. Dormiva la brezza sotto la vampa del sole; e ad ogni palpito lieve del suo buon sonno, si muovevano lenti i chiari smeraldi onde i raggi solari frastagliavano capricciosamente i vani strati diseguali del cupo fogliame. In quell'alta pace delle cose, sola continuava ad agitarsi la cascata d'Aiga, rapida, fremebonda, impetuosa nella sua curva rutilante, cantando con assiduo metro all'abisso la sua canzone d'amore. E mentre essa volava piombando con desiderio infinito nel seno dell'amato, Rizio stringeva fra le sue braccia la bella creatura adorata, guardandola negli occhi, divorandola coi baci, e poi guardandola ancora, insaziato, insaziabile. Strana bellezza di quegli occhi! Per entro all'umor cristallino dal colore dell'indaco stemperato, nuotavano pagliole d'oro, simili alle vene ed ai punti del prezioso metallo ond'è sparsa la massa turchina del lapislazzoli. Ma in questa gemma è l'oro imprigionato ed immobile: in quegli occhi divini, come in gemme viventi, indaco ed oro palpitavano balenando; ed ogni palpito era una voce del cuore, ogni baleno un pensiero dell'anima, che si sprigionava di l