United States or Western Sahara ? Vote for the TOP Country of the Week !


Alla pace sepolcrale delle elezioni del 1852 seguì la veemente lotta elettorale del 1857. Invano il discorso del trono vantò, che solamente qualche contrasto di opinione in qualche luogo aveva turbato il contento generale. Invano la stampa ufficiale cercò di dipingere come traditori e cospiratori i cinque uomini di coraggio, i quali, soli nel corpo legislativo, avevano osato per lo spazio di sei anni di opporsi al governo. A ogni modo, la coorte serrata dei deputati ligi era rimasta tuttora immune dal contagio. «Mi parli fuori, Morny ci guarda», disse perplesso un deputato di saldo carattere all'Ollivier, quando costui, che era uno dei cinque, si mise a parlargli nell'aula. Ma la societ

Ma dei Ceretti non dobbiamo darci pensiero per ora. Siamo ai primi di febbraio dell'anno 1857, ed entriamo con un raggio di sole per una finestra al terzo piano della casa in discorso, la qual finestra ci lascia vedere un mondo di cose nella cameretta a cui ella d

A Genova nel 1857 si tenta una insurrezione, s'invade il forte Diamante, si uccide un sergente, bande armate percorrono i dintorni delle citt

Era uno dei primi giorni di febbraio, nell'anno di grazia 1857, ed era, a mal grado della stagione, una bella giornata. A Genova le belle giornate, anco nel cuore dell'inverno, sono la cosa più naturale del mondo. Il cielo è sereno; il sole non si contenta di mostrarsi in tutta la sua splendidezza, ma vi scalda sovrammercato; l'aria è tiepida, sarei per dire balsamica. E perchè no? In questa citt

VI, 2^a serie, della Biblioteca dell'Economista, Torino, 1857. N. G. PIERSON, Bijdrage tot de geschiedenis der economiche Studien in Italie, Amsterdam, 1866. C. SUPINO, La scienza economica in Italia dalla seconda metá del secolo XVI alla prima del XVII, Torino, 1888, nelle Memorie della R. Accademia delle scienze di Torino.

Non istaremo a descrivere la meraviglia, o, per dire più veramente, lo stupore di Aloise. Deposte le cambiali sulla scrivania corse cogli occhi allo scritto; ed ecco ciò che egli lesse: «Di casa, il 14 ottobre 1857. «<i>Signor Marchese</i>,

I casi del 29 giugno del 1857 misero in chiaro un doppio errore, della rivoluzione e del governo ad un tempo; della rivoluzione, che lasciò fuggirsi il quarto d'ora della vittoria, aspettando un segnale, e si vide in rotta senza pure aver combattuto; del governo, che fu còlto all'impensata, non ebbe vera notizia del tentativo se non tardi, ed anche questa manchevole.

«Colgo l'occasione, illustrissimo signor Conte, per rassegnarle gli atti della mia servitù, ecc., eccCosì il direttore di polizia del duca di Modena, in un giorno del 1857, che non occorre di precisare. La lettera era diretta al conte Jacopo Malatesti.

Con questa somma si associò con un conciatore di pelli, e i suoi affari prosperarono in modo che quando sopraggiunse la crisi economica del 1857 egli ebbe credito abbastanza per comperare tutte le azioni della piccola ferrovia Rutland-Washington, cadute al dieci per cento, senza sborsare un soldo.

A questi cenni, veramente, sarebbe luogo più acconcio un libro di storia erudita. Ce ne scusi presso i lettori la divozione paesana a quella sacra altura che serba le più antiche ricordanze di Genova. E adesso mettiamo la storia da banda lasciando ai contemporanei la cura di ricordare che nel 1857, a' tempi del nostro racconto, c'erano ancora le Clarisse nel monastero di San Silvestro.