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FORCA. Andiamo a trovare il pazzo, che stará in casa di Alessandro, conduciamolo in casa tua, tingiamoli la faccia con carboni e vestimolo delle vesti che tien or adosso Melitea; e sbalziamo Melitea fuor di casa tua e conduciamola in quella di ALESSANDRO. Qua verrá il dottore a lamentarsi con Filigenio, gli consegnerá il pazzo, pensandosi consegnargli Melitea; e se li laveranno la faccia, troveranno altro che pensano: restará l'uno e l'altro schernito, anzi verranno insieme a cattive parole.

ESSANDRO. Eccola. Tornate presto e serratevi dentro; e quando io batto, aprite tosto. GERASTO. Vado. ESSANDRO. Io era disperato del tutto; ché, venendo adesso Narticoforo ed incontrandosi con lui, il fatto era spacciato per me. Egli pensandosi che vada a trovarlo, stará tutto oggi dentro; tra tanto con Panurgo pensaremo alcun rimedio.

PANURGO. Sto nel pensatoio, e mi occorrono tanti pensieri che per ogniuno ci bisognarebbe un mese a pensare. ESSANDRO. Son rissoluto vestirmi da maschio, e se non si voglion partir per bravure, ammazzargli. Ho fatto di modo che Gerasto stará tutto oggi chiuso, e non ci potrá impedire. PANURGO. Questo non è male, ma sería meglio...

Ma piu` e` 'l tempo gia` che i pie` mi cossi e ch'i' son stato cosi` sottosopra, ch'el non stara` piantato coi pie` rossi: che' dopo lui verra` di piu` laida opra di ver' ponente, un pastor sanza legge, tal che convien che lui e me ricuopra. Novo Iason sara`, di cui si legge ne' Maccabei; e come a quel fu molle suo re, cosi` fia lui chi Francia regge>>.

In quella erba o in altro a cui divenisse simile caso, o per verun altro modo, davo e do una disposizione a quel corpo umano, intantoché meglio stará con quella poca dell'erba, o alcuna volta senza cibo, che inanzi non faceva col pane e con l'altre cose che si dánno e sonno ordinate per la vita de l'uomo. E tu sai che egli è cosí, che l'hai provato in te medesima.

Il lettore teologo, anche in mezzo alle seduzioni della poesia, anche sbattuto dai palpiti ch'ella produce, stará fermo alle dottrine da lui conosciute e professate, e stabilirá tosto relazioni tra quelle e ciò ch'ei legge. Un lato della sua mente egli lo tiene vergine sempre di tutt'altri pensieri, salvo i religiosi.

Benché l'anima che stará ne l'odio sempre si corregge e riprende, d'ogni tempo: non tanto che quegli che sonno contra la ragione, ma quegli che, spesse volte, saranno da me. Questo volse dire il dolce servo mio sancto Gregorio, quando disse che «la sancta e pura coscienzia faceva peccato dove non era peccato»: cioè che vedeva, per la puritá della coscienzia, la colpa dove non era la colpa.

GERASTO. Io gli ordinarò or ora un serviggiale, e per oggi gli faremo far dieta, che gli sará utile, che per domani stará meglio. MORFEO. Padre ca... ca......aro, quella lupa che mi ha roso la ca... ca... carne, mi è rimasta in corpo, e mi tanta fame che non vorrei far altro che ma... mangiare e ca... ca... caminare. GERASTO. Voi dovete esser molto stracco del viaggio.

E la bestia stará tanto piú carica. FESSENIO servo, SAMIA serva. FESSENIO. Onde vieni? SAMIA. Da quel negromante a chi, per la strada di , ella poco fa mi mandò. FESSENIO. Che dic'egli? SAMIA. Che presto verrá da lei. FESSENIO. Eh! eh! eh! Che son bubole? Io vo a trovar Lidio per obedire a quanto madonna mi commise dianzi. SAMIA. È egli in casa? FESSENIO. . SAMIA. Che credi di lui?

Egli è ben vero che 'l dimonio da la parte sua non dorme mai, ma insegna a voi negligenti che nel tempo del guadagno state a dormire. Ma la sua vigilia a questi cotali non può nuocere, perché non può sostenere il calore della caritá loro l'odore de l'unione che ha facta in me, mare pacifico, dove l'anima non può essere ingannata mentre che stará unita in me.