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ESSANDRO. Ma bisognarebbe alle volte sguainare qualche parola in «bus» e in «bas». PANURGO. Se ben pensate ch'io sia qualche poveruomo, son pur nobile; che per certe fazioni della mia patria fu bisogno scamparne fuori, e non avendo avuto modo come vivere, con quelle poche lettere che avea imparate in casa mia per mio trastullo, col fare il pedante in diversi paesi ho vissuto onorevolmente.

Se il volto è pallido e sbigottito, e la morte v'ha spiegato l'insegne sue, considerate i travagli e le pene che le date, e il tosco di che la nodrite. Ché se la fortuna volesse darle qualche sorte di contento, bisognarebbe che avesse un altro cuore, che lo bastasse a soffrire, cosí il suo è avezzo a soffrir sempre. EROTICO. O balia, quanto mi trafiggi il cuore in udirti!

SCATIZZA. Padrone, con targone bisognarebbe una lancia. VIRGINIO. Non mi curo piú di lancia. Mi basta questo. SCATIZZA. Questa rotella sarebbe piú galante per voi, essendo in giubbone. VIRGINIO. No; questa copre meglio. Oh! Par che questo montone m'abbia trovato a furare. Ho paura che 'l non abbia amazzata quella povera figliuola. STRAGUALCIA. Questa è buona arme, padrone.

BALIA, EROTICO giovane. BALIA. Ahi, quanto poco durano i diletti d'amore, e quanti sono quelli che sovrastanno! Povera figlia, bisognarebbe aver un cuor di turco, per non crepar di dolore. Ma dove troverò io Erotico, che è il sostegno delle nostre speranze? EROTICO. Come dalla mattina il primo negozio va in fallo, tutti vanno a roverscio in quel giorno. BALIA. Ma eccolo. Signor Erotico!

PANIMBOLO. Uno sciacquadenti di vernaccia di Paula o di vin d'amarene. LECCARDO. Tu ti potresti addottorare. Ma per far maggior operazione bisognarebbe che i liquori fusser vecchi. PANIMBOLO. N'avemo tanto vecchi in casa c'hanno la barba bianca. LECCARDO. E per lo stomaco poi?

LIDIA. Ahi! che bisognarebbe privarmi prima della vita, bisognarebbe che non conoscessi lo splendore della sua bellezza se volessi arrestarmi d'amarlo.

ERASTO. Voi avete fatta la faccia rossa e vi vergognate: non è piú tempo di vergogna, perché sète giá mia moglie. AMASIO. Tu mi fai vergognar da dovero, e bisognarebbe veramente esser senza vergogna perché non arrossisse. Io mi vergogno che si trovi uomo cosí senza vergogna che mi venga innanzi con queste favole! Ma dubito che tu sia cosí senza vergogna come senza cervello.

CLERIA. Dolcissimo mio bene, non posso far che la miseria, dove mi trovo, non mi trafigga: bisognarebbe un cuor di sasso per non dolermi. Mi sforzerò chiuderla nel mio cuore, ché ho piú a caro il vostro contento, che di sfogare il mio dolore. ATTILIO. Statemi, di grazia, allegra e di buona voglia, ché il tempo suol apparar occasioni di remedi, e nelle adversitá far cuor franco e valoroso.

Egli solo m'ha spogliato della mia libera volontá, egli solo è la fatal esca de' miei pensieri; e non avendo se non un cuore, non posso amar se non un solo; e se volessi amar molti, bisognarebbe che avesse molti cuori. In conclusione, io non posso amarvi, se potessi vorrei. V'ho risposto al giusto ed onesto». O Cielo, che giustizia, che onestá è questa?

LELIO. Bisognarebbe farli un salvacondotto per le spalle: ché egli sta tanto impazzito in questa pazzia sua che, come entra a dissuaderlo, egli entra in rabbia e gioca di bastonate, onde bisogna secondare li suoi desidèri e promettere di aiutarlo; ma egli si avisa subito del tutto.