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Il pagan si provede, e cava terra, fossi e ripari e bastioni stampa; va rivedendo, e tien le guardie deste, tutta notte mai l'arme si sveste. 164 Tutta la notte per gli alloggiamenti dei malsicuri Saracini oppressi si versan pianti, gemiti e lamenti, ma quanto più si può, cheti e soppressi.

E della fantasia il mesto volo, E il caldo irrompere Dei desideri immensi e trionfanti Dal cielo giunti in amoroso stuolo: E tra le varie note de' suoi canti La dolce ed unica Nota che torna sempre inesorata, Fra l'acre gaudio dei soppressi pianti E il balsamo dell'alma innamorata, E allor la fulgida Dama un sol bacio gli porrìa sulli occhi Ed ei con l'alma lieta ed affannata

Però tutte queste deduzioni sono stato ragionate sul valore effettivo dei cennati beni; e sottratte in oltre le pensioni dovute ai membri degli Enti soppressi. Sicchè nulla, o quasi nulla, han percepito sin oggi dopo più che un quarto di secolo, i Comuni del cennato quarto di beni. Anzi il Demanio ha richiesta la restituzione delle poche somme, per tale causa, pagate a qualche Comune.

Pochi anni dopo, Nicolò V concedeva loro l'attigua chiesa parrocchiale di San Silvestro, che dovea dare un nome più stabile al convento, mentre le monache, domenicane dapprima, si chiamarono donne di Pisa, fino a tanto, riunite ad esse nel 1797 le francescane d'altri conventi soppressi, tutte si posero sotto l'invocazione di santa Chiara, e si chiamarono Clarisse.

Nel 1852, Sassari insorge e vi si proclama lo Stato di assedio; due eserciti stanno di fronte: la guardia nazionale da un lato e il regio esercito stanziale dall'altro. Eppure non furono soppressi i magistrati ordinarî, non furono istituiti i tribunali militari! Di più: il ministro dell'interno Pernati fece alla Camera dei deputati queste dichiarazioni opportunamente ricordate dall'on. Altobelli che suonano aspra rampogna all'on. Crispi. Il ministro sostenne di non avere avuto bisogno di farsi autorizzare dal Parlamento per proclamare lo Stato di assedio perchè non aveva violato lo statuto e soggiunse: «Ma diverso sarebbe il caso della sospensione dell'articolo 71 dello Statuto, che garentisce la libert

furono pure sacrificati. Così, nel Coro dell'Adelchi, scritto dopo che fallì la rivoluzione piemontese del 1821, tra gli altri versi vennero soppressi questi, ove l'Autore si rivolgeva agl'Italiani: Stringetevi insieme l'oppresso all'oppresso, Di vostre speranze parlate sommesso. rapito d'ignoto contento, Con l'agile speme precorre l'evento, E sogna la fine del duro servir.

Debbo altresì riferire il decreto pubblicato il 13 di giugno dalla Reggenza provvisionale, che era concepito nei seguenti termini: «Veduto il bando d'ieri, che dichiara questa contrada definitivamente assoggettata al felice e paterno reggimento di S. M. l'augustissimo imperatore Francesco I, tutti gli emblemi, ec., ec. del governo cessato, sono soppressi, e gli emblemi, ec., ec., dell'impero d'Austria sono loro surrogati.

Nel pontificato di Pio V rimasero soppressi gli Umiliati pel tentativo di ammazzare San Carlo Borromeo; i frati si erano ridotti a 174 religiosi abitanti in novantaquattro monasteri; immensi i beni, e del pari immensi i vizi; la Chiesa ne pigliò le sostanze, di cui parte concesse a San Carlo per instituire seminari, e collegi di nobili, e di Svizzeri; la quale cosa dimostra come la Chiesa adopri la facolt

Fu soppressa l'Unione di Catania: soppressi il Riscatto, il Vespro, i Pagliacci di Messina; e soppresso in Palermo fu l'Amico del popolo, giornale monarchico che si pubblicava da trentatrè anni, e soppresso fu il Siciliano. Quest'ultima soppressione merita qualche parola di più del semplice annunzio del fatto. Il Siciliano, giornale repubblicano socialista, durante lo stato di assedio sbalordì per la sua temperanza; esso, senza rinunziare ai propri ideali, tenne un linguaggio che anche ai tempi di Maniscalco, di borbonica memoria, sarebbe stato trovato correttissimo. Ma al generale Morra di Lavriano erano le idee propugnate con sincerit

Quindi le due tavole dei valori, differenti in apparenza, dei vincitori e dei vinti, dipendono entrambe da una imposizione, da una vittoria; e la vittoria morale vale la materiale, e i valori di quelli che il Nietzsche chiama schiavi, quei valori che egli disprezza e vuole soppressi, valgono gli altri, e in conclusione nel mondo non si vedono due tavole di valori distinte e separate, ma una bilancia che, se oscilla continuamente da una parte e dall'altra, oscilla appunto perchè tende continuamente all'equilibrio.