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Tu devi avertire che Sennia è vecchia prattica delle cose del mondo, e queste cose le devono esser passate piú volte per le mani: so che non passerá una settimana che se n'accorgeranno le fanti, la famiglia e tutta la casa. LAMPRIDIO. Che sará dunque bisogno di fare? MASTICA. O che ella fusse cieca per non veder ciò che fai, o tu stropiato e mutolo per non toccarla e parlar tanto.

che, non vi restando altro che dire a rispetto di quanto si promesse, si passerá nella terza e ultima parte, dove si trattará delli remedi per questo male, e in quella si disputerá d'alcune proposizioni poste e accennate dal medesimo De Santis nel suo Discorso per remedio di far venire denari in Regno.

ST. Di passera. DIC. Ora si mostra in forma d'uccello lussuriosissimo, non si discostando dal parlare di questa donna. Voi avanzate con la lussuria ogni mostruosa libidine. AP. Maravigliomi che nessuno altro, eccetto costei, vegga questa passera. DIC. Certo che nissuno non la vede. AP. Cosa invero maravigliosa.

Per separar le albumine dai liquidi che ne contengono in soluzione, s'usa di aggiungere al liquido un po' d'acido acetico ed indi far passare una corrente d'anidride carbonica attraverso lo stesso. Il liquido filtrato, si passa nel dializzatore: i sali che stanno in soluzione, passeranno, l'albumina invece, essendo di natura colloide, non passera e sar

La primavera sospirava più forte con gli spasimi dei fiori, col susurro delle piante in amore, e nell'aria salivano odori soavissimi e freschi soffi di zeffiri. In una bella giornata profumata si svegliò il canarino a un pispiglio sommesso. Una passera aveva fatto il nido di rimpetto.

BALIA. La tempesta, che voi dite, passerá subito; ma la sua s'ingagliardisce da un rabbioso vento di gelosia, ché ha inteso che Pardo disegna darvi Cleria per moglie, ed ella è insospettita che la bellezza di Cleria non vi distorni da amar lei, onde arde di un doppio fuoco: di amore e di gelosia.

SANTINA. Che dici, Nepita? non l'hai inteso con le tue orecchie? comporterò io d'esser cosí mal maritata? Non la passerá certo senza vendetta: io vo' aventarmegli adosso come una cagna. NEPITA. Or questo no, padrona: fategli ogni altro dispiacere e lasciate questo. SANTINA. Vo' cavargli gli occhi e troncargli il naso con i denti.

Il signor Nicolino si ricordò allora di averci in tasca un tozzo di pane; subito lo trasse fuori, ne sbriciolò la mollica sugli orli del nido e se n'andò via mogio mogio, mentre la passera vittoriosa imbeccava la ricuperata sua prole. Brava! diss'egli, allontanandosi col suo scudiero dal teatro della sua confusione. Ha coraggio! E da quel giorno rispettò sempre tutte le bestie.

Rosalia l'accoglieva sempre gaia, sorridente, stordendolo e interessandolo col suo cinguettìo di piccola passera: e gli raccontava le biricchinate che faceva con le compagne nell'educandato, enumerava i gastighi che le avevano dato, parlava della vita che vi si menava, di quello che le avevano insegnato: e interrompeva il discorso or per andare a prendere un ricamo, un album di disegni, e mostrarglielo: or per leggere una pagina d'un libro francese, o quella d'un libro inglese; or per sonare un pezzo sul pianoforte, provando una gioia innocente nel mostrare al suo amico, che po' poi non aveva perduto il tempo affatto.

Sia di qualsivoglia parte del mondo, e voglia andare in qualsivoglia altra, non passerá mai per il Regno, se non vi vuol passare per suo gusto e allungare la strada, o che vi vada per negozi propri: per lo che non solo non è commodo a' negozianti portarvi robbe per distribuirle in altri luochi, ma incommodo e danno.